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Islanda: al Governo i partiti anti Ue, punite le politiche di austerità

Gli islandesi hanno punito la coalizione di centrosinistra che al governo dal 2009 aveva attuato pesanti misure di austerity dopo il tracollo finanziario del Paese.
A cura di Antonio Palma
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Il partiti euroscettici di centrodestra tornano al governo in Islanda dopo quattro anni di opposizione. Le forze politiche anti Ue erano state punite dall'elettorato nella passata elezione proprio perché considerate principali cause del collasso economico del Paese, ma dopo circa quattro anni di politiche di austerità volute dal centrosinistra per risanare i conti, c'è stato un nuovo cambio al comando del governo dell'Isola. A guidare il nuovo Esecutivo sarà Bjarni Benediktsson leader del Partito dell'Indipendenza che cercherà di dar vita ad un governo di coalizione con i centristi del Partito del Progresso, entrambi fortemente contrari all'adesione all'Unione europea. Penalizzata fortemente la coalizione di centrosinistra, che nel 2009 aveva lanciato la candidatura dell'Islanda nell'Ue. L'Alleanza dei socialdemocratici e il Movimento di Sinistra-Verde scesi sotto il 25% delle preferenze si sono visti dimezzare i parlamentari. Oltre all'alta affluenza, hanno votato oltre l'83% degli aventi diritto, da segnalare anche l'affermazione del Partito dei Pirati, il movimento che propugna la libertà del web e che entra per la prima volta in Parlamento con 3 deputati.

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