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Indonesia, esecuzione di massa. Fucilati 7 stranieri per droga

Dei dieci detenuti con l’accusa di traffico di stupefacenti, otto sono stati giustiziati: tra di loro sette stranieri. Sospesa l’esecuzione di una donna filippina, mentre un francese ha visto la mobilitazione di Hollande e si è salvato.
A cura di Biagio Chiariello
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La scorsa notte in Indonesia otto “trafficanti di droga”, di cui sette stranieri, sono stati giustiziati. Nonostante le pressioni della comunità internazionale contro Giacarta, il presidente Joko Widodo non ha mostrato nessuna pietà. I detenuti erano Andrew Chan (Australia), Myuran Sukumaran (Australia), Raheem Agbaje Salami (Nigeria, Rodrigo Gularte (Brasile), Silvester Obiekwe Nwaolise alias Mustofa (Nigeria), Kemudian Martin Anderson alias Belo (Ghana), Okwudili Oyatanze (Nigeria), e l’unico indonesiano, Zainal Abidin. Avrebbero “guardato negli occhi” il plotone di esecuzione, "cantando brani ispirati alla fede cristiana", secondo quanto hanno rivelato al quotidiano australiano ‘The Age' alcuni pastori cristiani che hanno assistito all'esecuzione. “Tutti hanno guardato di fronte a sé, come se tutti avessero accettato il loro destino”, ha raccontato padre Charles Burrows, che ha offerto assistenza spirituale al brasiliano Rodrigo Gularte.

"Esecuzioni crudeli e inutili"

Tutti gli arrestati erano accusati di traffico di droga, in un Paese che prevede la pena di morte per contrabbando. Sono morti con un colpo al cuore, sparato dal plotone composto da 12 uomini. Il premier Tony Abbott ha parlato di “esecuzioni crudeli e inutili” per i due connazionali Sukumaran e Chan, oltre che degli altri sei. “Deploriamo ciò che è stato fatto e questo non può essere semplicemente ‘business as usual’ (tutto come al solito)”, ha detto Abbott. “Voglio sottolineare che la relazione fra Australia e Indonesia è molto importante, ma ha sofferto come risultato di ciò che è stato fatto nelle ultime ore”, ha aggiunto. L’ambasciatore australiano a Giacarta sarà richiamato “per consultazioni”, dopo l’esecuzione di due connazionali. Canberra non aveva mai preso una simile decisione per casi come questi.

Salvi una filippina e un francese

C’erano anche altre due persone che sarebbero dovute essere condannate a morte, ma hanno avuto salva la vita: la filippina Mary Jane Fiesta Veloso è stata graziata perché scagionata da una donna all’ultimo momento ha confessando di averla assoldata come "corriere" e di essere quindi lei colpevole di traffico di droga; il francese Serge Atlaoui ha visto invece la mobilitazione del presidente Francois Hollande, ed ora è in attesa del verdetto della Corte Suprema sul ricorso presentato. Nel braccio della morte in Indonesia rimangono altri 64 detenuti (in gran parte stranieri) per traffico di droga, per cui il presidente ha già escluso la grazia.

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