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India, 13enne stuprata è incinta al settimo mese di gravidanza: i genitori chiedono aborto

La piccola è stata violentata da un collega del padre. La gravidanza è stata scoperta solo alla 30esima settimana, ed in India, dove è concesso l’aborto solo entro le 20 settimane. Ora dovrà comparire in tribunale per poter abortire.
A cura di Biagio Chiariello
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È stata messa incinta da un collega del padre ed già al settimo mese di gravidanza. Ora i suoi genitori si sono rivolti alla Corte Suprema per ottenere l'autorizzazione ad un aborto. Protagonista di questo triste episodio è una ragazzina di 13 anni di Mumbai, in India. La gravidanza della piccola è stata scoperta solo quando i genitori l’hanno portata da un dottore per un controllo sul peso, visto che la giovane stava ingrassando troppo velocemente. Una volta appurata la sconvolgente verità si sono subito rivolti ai giudici per fare in modo che la loro figlia interrompesse la gravidanza. La piccola è alla 30esima settimana di gestazione, un periodo già troppo avanzato per consentire l’aborto secondo le leggi indiane, che lo permettono solo entro la 20esima settimana di gravidanza e concedono eccezioni solo se la vita della madre risulta essere in pericolo.

La vicenda sta dividendo l’opinione pubblica. Un ginecologo di Mumbai, il Dr Nikhil Datar, ha detto alla BBC: “I genitori della bambina sospettavano che ci fosse un problema alla tiroide o qualche altro tipo di condizione medica, perché stava ingrassando“. L’ecografia ha però rivelato una verità ben diversa, cioè il fatto che la 13enne era incinta di 27 settimane. Lo specialista ha così suggerito l’aborto in quanto il suo bacino non è ancora del tutto sviluppato ed avere un bambino le procurerebbe “solo un trauma fisico e mentale“. Nel frattempo il collega del padre, il presunto autore della violenza sessuale sulla bambina, è stato arrestato ed è in attesa di processo.

Un episodio analogo era avvenuto qualche settimana fa sempre in India: una bimba di dieci anni violentata dallo zio a Chandigarh (nel Nord del Paese) ha messo al mondo con un parto cesareo una neonata di 2,2 chili. Anche nel suo caso è intervenuta la Corte Suprema che ha infatti negato l'autorizzazione per l’aborto: la bimba  era addirittura giunta all'ottavo mese di gestazione.

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