“In Italia è allarme siccità, a gennaio è piovuto come ad agosto”

“Le temperature record con valori massimi fino a 17/18° al Sud, a 15/16° al Centro e a 10/12° al Nord nei giorni della merla, che secondo tradizione sono i più freddi dell’anno, sconvolgono la natura con mandorli, susini e peschi fioriti in grande anticipo, e una storica siccità invernale”. Comincia in questo modo l’ultimo report della Coldiretti sulle conseguenze dell’ondata di caldo anomalo che si è abbattuta sul nostro Paese in queste ultime settimane e che ha determinato un clima mite e temperature ben al di sopra delle medie stagionali per i mesi di dicembre e gennaio. Basti solo considerare che, quanto a frequenza e intensità dei piovaschi, i dati di gennaio sono di poco superiori a quelli di agosto. Un fenomeno decisamente insolito che rischia di avere profonde ripercussioni nel breve e nel medio periodo, non solo nel settore agricolo.

Nella lettura (preoccupata) di Coldiretti, infatti, “i cambiamenti del clima, con il ritorno dello smog nelle città, smentiscono anche i proverbi dopo un anno che si è classificato in Italia come l’anno più caldo della storia con una temperatura superiore di 1,42 gradi la media di riferimento”. Citando dati Isac Cnr, si rileva poi come “il 2015 abbia sorpassato il 2014 nella classifica degli anni più caldi dove ci sono a seguire il 2003, il 2007, il 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011 e il 2000”. Tutto ciò ha sfalsato completamente i ritmi stagionali, tanto che si registra la fioritura di primule, viole e margherite, ma anche “pesanti effetti” sull’agricoltura. Gli sfasamenti stagionali e il manifestarsi di fenomeni estremi (nevicate improvvise, temporali prolungati, sbalzi termici rilevanti), sono peraltro una costante a livello globale in questi ultimi anni: basti solo pensare al fatto che nel 2015 la temperatura media sulla superficie della terra e negli oceani è stata superiore di 0,9 gradi celsius rispetto alla media del ventesimo secolo.