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Il vescovo di Acqui ai parlamentari: “Dite no alle unioni civili”

La lettera del vescovo ai parlamentari piemontesi e liguri arriva nel giorno in cui ricomincia la discussione sul ddl Cirinnà a Palazzo Madama.
A cura di Susanna Picone
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Nel giorno in cui è ripreso l'esame della commissione Giustizia del Senato sul ddl Cirinnà sulle unioni civili e il premier Matteo Renzi ha parlato di “un patto di civiltà al quale non rinunciamo”, ai parlamentari piemontesi e liguri è arrivata la lettera del vescovo di Acqui Terme, monsignor Pier Giorgio Micchiardi, che chiede di dire no a quel ddl. Il vescovo chiede di non votare la legge sulle unioni civili facendo riferimento alla posizione del cardinale Bagnasco sulla famiglia e chiedendo a chi ha “l’arduo compito di legiferare per il bene della nazione di tenerla in opportuna considerazione”.

La lettera del vescovo di Acqui – “Egregio Onorevole, siamo a conoscenza della ripresa della discussione alla Commissione Giustizia del Senato del Ddl Cirinnà – è quanto scrive monsignor Micchiardi nel documento inviato ai parlamentari eletti nella sua diocesi e pubblicato sulle pagine torinesi di Repubblica – a tale proposito mi permetto di richiamare quanto affermato dal Cardinale Angelo Bagnasco Presidente della Cei: ‘La Chiesa non è contro nessuno. Crede nella famiglia come è riconosciuta dalla nostra Costituzione e come corrisponde all'esperienza universale dei singoli e dei popoli: papà, mamma, bambini, con diritti e doveri che conseguono  il patto matrimoniale. Applicare gli stessi diritti della famiglia ad altri tipi di relazione è voler trattare allo stesso modo realtà diverse: è un criterio scorretto anche logicamente e quindi un'omologazione impropria. I diritti individuali dei singoli conviventi, del resto, sono già riconosciuti in larga misura a livello normativo e giurisprudenziale”. “Mi rivolgo a lei, scelto dagli elettori, per sottolineare l'opportunità di tenere in debita considerazione la citata dichiarazione a cui mi associo pienamente”, conclude dunque nel documento rivolto ai parlamentari il vescovo di Acqui Terme.

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