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Il significato segreto di X agosto di Giovanni Pascoli, la poesia sulla notte delle stelle

Un tragico episodio della vita del grande poeta alla base di uno dei componimenti più famosi della letteratura italiana, dedicato alla notte di San Lorenzo.
A cura di Redazione Cultura
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La notte del 10 agosto è forse, insieme al Capodanno, la notte più attesa dell’anno, è la notte di San Lorenzo e delle stelle cadenti. A questa serata speciale è dedicata una delle più belle e famose poesie della letteratura italiana, il "X agosto" di Giovanni Pascoli. Ma anche una delle più enigmatiche, che il poeta scrisse rievocando un episodio tragico della sua esistenza mascherandola attraverso il sottile gioco della metafora, attività in cui il grande poeta autore di "Myricae" brillava e tuttora continua a brillare nel firmamento della poesia italiana. Ma cosa nasconde, in realtà, il significato di "X agosto".

L'assassinio del padre

"X Agosto" è, infatti, uno dei componimenti più emozionanti e strazianti mai scritti dall'autore Giovanni Pascoli, inclusa in "Myricae". In questa poesia, ripercorre la notte di San Lorenzo del 1867, data in cui suo padre venne assassinato senza una spiegazione. Per comprenderne meglio il significato, alla luce di questo dettaglio, ecco il testo della splendida poesia che canta la notte del 10 agosto, la notte di San Lorenzo, quella delle stelle cadenti.

Il testo di ‘X agosto'

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de' suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh!, d'un pianto di stelle lo innondi
quest'atomo opaco del Male!

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