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Il Papa contro le false cooperative: “Il denaro è lo sterco del demonio”

Una dura condanna del lavoro in nero, dello sfruttamento e dell’aumento “vertiginoso dei disoccupati”. Questi i temi del discorso pronunciato oggi da Papa Francesco di fronte agli oltre settemila soci della Confcooperative.
A cura di Susanna Picone
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Papa Francesco ha parlato oggi di fronte agli oltre settemila soci della Confcooperative. Ha condannato il lavoro nero, lo sfruttamento e l’aumento “vertiginoso dei disoccupati”. Ha parlato del denaro che quando diventa un idolo comanda le scelte dell’uomo e lo condanna. Citando Basilio di Cesarea, Padre della Chiesa del IV secolo ripreso poi da San Francesco d'Assisi, Bergoglio ha detto che “il denaro è lo sterco del diavolo”. “Ma – ha aggiunto – per fare tutte le cose che fate ci vuole denaro”. Secondo Papa Francesco, infatti, “il denaro a servizio della vita può essere gestito nel modo giusto dalla cooperativa, se però è una cooperativa autentica, vera, dove non comanda il capitale sugli uomini ma gli uomini sul capitale”. “A molti che cercano lavoro – così Bergoglio – viene detto: ‘Undici ore di lavoro a 600 euro. Ti piace? No? Vattene a casa, perché c'è la coda, la fila di gente che cerca lavoro' […]. La fame – ha denunciato il pontefice – ci fa accettare il lavoro nero”. “Quanti uomini e donne nel personale domestico hanno l'assicurazione sociale per la pensione?”, si è chiesto ancora Bergoglio. Secondo Francesco, le cooperative devono globalizzare la solidarietà pensando all'aumento vertiginoso dei disoccupati.

Per il Papa bisogna combattere le false cooperative che ingannano la gente – “Globalizzare la solidarietà, oggi, – ha ammonito Bergoglio – significa pensare all'aumento vertiginoso dei disoccupati, alle lacrime incessanti dei poveri, alla necessità di riprendere uno sviluppo che sia un vero progresso integrale della persona che ha bisogno certamente di reddito, ma non soltanto del reddito”. Le iniziative, ha detto ancora Francesco, devono essere rivolte in particolare “ai giovani, perché sappiamo che la disoccupazione giovanile, drammaticamente elevata, distrugge in loro la speranza”, e “anche alle tante donne che hanno bisogno e volontà di inserirsi nel mondo del lavoro”. Bisogna combattere le false cooperative che ingannano la gente, quelle disoneste che “prostituiscono il proprio nome di cooperativa, cioè di una realtà assai buona, per ingannare la gente con scopi di lucro contrari a quelli della vera e autentica cooperazione”.

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