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Il Papa alla messa di Natale: “Pensiamo ai bambini sotto le bombe o sui barconi”

Il pontefice ha invitato a rivolgere un pensiero a quei minori che “giacciono nelle squallide ‘mangiatoie di dignità’: nel rifugio sotterraneo per scampare ai bombardamenti, sul marciapiede di una grande città, sul fondo di un barcone sovraccarico di migranti”.
A cura di Claudia Torrisi
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Foto LaPresse - Stefano Costantino 24/12/2016 Città del Vaticano (VAT) Cronaca Papa Francesco celebra la Santa Messa della Notte di Natale nella Basilica di San Pietro, Città del Vaticano, Vaticano. Nella foto: Papa Francesco Photo LaPresse - Stefano Costantino 24/12/2016 Vatican City (VAT) News Pope Francis celebrates the Christmas Night Holy Mass in St. Peter's Basilica, Vatican City, Vatican. In the pic: Pope Francis

Ci sono i bambini al centro dell'omelia della messa solenne di Natale di Papa Francesco nella basilica di San Pietro: i bambini che soffronto a causa dei conflitti, come quelli di Aleppo, o i piccoli migranti. "Il Bambino che nasce ci interpella: ci chiama a lasciare le illusioni dell'effimero per andare all'essenziale, a rinunciare alle nostre insaziabili pretese, ad abbandonare l'insoddisfazione perenne e la tristezza per qualche cosa che sempre ci mancherà", ha detto il Bergoglio, secondo cui "ci farà bene lasciare queste cose per ritrovare nella semplicità di Dio-bambino la pace, la gioia, il senso della vita". Dio, ha aggiunto il Papa, appare "nella povertà di una stalla; non nei fasti dell'apparenza, ma nella semplicità della vita; non nel potere, ma in una piccolezza che sorprende. E per incontrarlo bisogna andare lì, dove egli sta: occorre chinarsi, abbassarsi, farsi piccoli". Per questo bisogna "liberare il Natale" dalla "mondanità" che lo ha "preso in ostaggio" e concentrarsi sui milioni di bambini

Il Natale "porta con sé un sapore di tristezza, in quanto l'amore non è accolto, la vita viene scartata. Così accadde a Giuseppe e Maria, che trovarono le porte chiuse e posero Gesù in una mangiatoia, "perché per loro non c'era posto nell'alloggio. Gesù nacque rifiutato da alcuni e nell'indifferenza dei più. Anche oggi ci può essere la stessa indifferenza, quando Natale diventa una festa dove i protagonisti siamo noi, anziché Lui; quando le luci del commercio gettano nell'ombra la luce di Dio; quando ci affanniamo per i regali e restiamo insensibili a chi è emarginato". Il pensiero, dunque, è andati a quei "bambini che, oggi, non sono adagiati in una culla e accarezzati dall'affetto di una madre e di un padre, ma giacciono nelle squallide ‘mangiatoie di dignità': nel rifugio sotterraneo per scampare ai bombardamenti, sul marciapiede di una grande città, sul fondo di un barcone sovraccarico di migranti. Lasciamoci interpellare dai bambini che non vengono lasciati nascere, da quelli che piangono perché nessuno sazia la loro fame, da quelli che non tengono in mano giocattoli, ma armi".

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