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Il Movimento 5 Stelle è morto, parola di Beppe Grillo

Che succede nel Movimento 5 Stelle? Beppe Grillo è infuriato coi quei «fantomatici» militanti che hanno intenzione di trasformarlo in un partito («Mi hanno fatto cadere le palle»). E al convegno dei “grillini” a Rimini si respira già aria scissionista.
A cura di Biagio Chiariello
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Il Movimento 5 Stelle e morto parola di Beppe Grillo

«Il Movimento 5 stelle è morto, lunga vita al Movimento 5 stelle». Un messaggio, quello apparso sulla home page del blog di Beppe Grillo, che avrà fatto sgranare gli occhi ai fan della creatura nata per volontà dell'ex comico genovese in nome dell'anti politica e della lotta contro la Casta. Una presa di posizione che arriva, peraltro, in un momento in cui il M5S è dato in ascesa dai sondaggi per le elezioni 2013 e in cui partiti che la politica la fanno per davvero, come il PD e il Pdl, sono in caduta libera.

MI HANNO FATTO CADERE LE PALLE –Tutto sarebbe nato da una serie di messaggi in chat -pubblicati integralmente sul blog- tra consiglieri eletti per il Movimento (non si sa se comunali o regionali, forse dell’Emilia Romagna – i nomi sono oscurati) che si sono lamentati per la  “leggerezza con cui si affronta il tema dell’organizzazione” del movimento, criticando alcune scelte di Grillo e di Gianroberto Casaleggio, la cui società gestisce i contenuti del blog e le scelte di comunicazione del Movimento. La mancanza di organizzazione rischia di portare «all’implosione del movimento, in barba a tanti bravi ragazzi che nel progetto c’hanno messo il cuore, la faccia e spesso il culo» dice uno dei consiglieri "rivoltosi". Commenti che non sono piaciuti al "leader maximo": «Mi hanno fatto cadere le palle, alcuni hanno scambiato il M5S per un partito e ora si sentono a disagio».

GLI SCIOSSIONISTI DEL M5S A RIMINI -Ma non è tutto. Perché la disapprovazione di chi, come i consiglieri della chat svelata, crede che il M5S si debba dare un’organizzazione per competere nella scena politica nostrana, trova rappresentazione nella due giorni che si tiene questo weekend a Rimini nella quale si dovrebbe discutere di «metodi decisionali e democrazia interna al movimento». Un convegno dal sapore fortemente sciossionista. «L’elenco dei punti di discussione – scrive Beppe Grillo – è degno della migliore partitocrazia con la proposta finale di un leader del M5S. Se non cambiamo – tuona – è meglio scordarci le politiche». “Per quanto tempo il nome di Beppe nel simbolo”, tanto per citare uno dei punti discussi a Rimini.

GRILLO NOSTRO FONDATORE, MA GUARDIAMO OLTRE -«Questo non è un convegno contro Grillo, ma le cose nel Movimento 5 Stelle devono cambiare». Con queste parole si difende Luigi Camporesi,uno dei «fantomatici cittadini a 5 Stelle» come li ha definiti Grillo, capogruppo riminese del movimento e organizzatori del contestato convegno riminese. Ma la realtà che trapela dagli interventi sembra essere un'altra: «Grillo è stato il nostro fondatore e precursore, ma dobbiamo guardare oltre. Non dobbiamo essere un movimento verticistico», esordisce Massimo Manduchi. Ma Beppe Grillo può star tranquillo. La proposta di togliere il suo nome dal simbolo del partito non passa. Ma solo per un soffio (49% si, 51% no).

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