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Il libro mastro delle tangenti: i nomi pubblicati rappresentano solo la punta dell’iceberg

Palermo è stata scossa da un’operazione di Polizia. Misure restrittive anche per il presidente della Rete Ferroviaria Italiana. Ma in nomi usciti finora non sarebbero che la punta dell’iceberg.
A cura di Maurizio Zoppi
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Da un personaggio molto conosciuto ad Agrigento, città dei templi greci, è partito un terremoto giudiziario che fa paura a numerosi imprenditori e politici. La black list delle tangenti del noto imprenditore Massimo Campione oggi in mano alla procura di Palermo ha già permesso di  arrestare  due funzionari del Corpo forestale della regione siciliana (Salvatore Marranca, Giuseppe Quattrocchi) ed il presidente di Rfi nonché dell’Ast, Dario Lo Bosco.

Gli episodi fin qui ricostruiti e oggetto degli ordini di custodia cautelare sono due. Nel primo caso, al centro delle indagini, è finito un appalto pubblico per l’importo complessivo di 26 milioni di euro, per il quale sono indagati Marranca e Quattrocchi, a carico dei quali il reato ipotizzato è: per Marranca, l'induzione indebita a dare o promettere utilità, e per Quattrocchi, anche il reato di concussione. Il secondo episodio riguarda Lo Bosco che ha intascato una ‘mazzetta’ da 58mila euro. Uomo molto vicino ai personaggi ‘dell’antimafia’ di Confindustria, per il quale gli investigatori ipotizzano il reato di induzione indebita a dare o a promettere utilità.

Davanti a quei fogli ricchi di nomi affiancati da una cifra equivalente ad una somma di denaro, il businessman agrigentino ha deciso di collaborare. Campione inizialmente cercava una via d’uscita con gli investigatori. Lui stesso, non sapendo di avere delle cimici nella sua Audi A3, parlava senza mezzi termini con la sua assistente nonché compagna, Maria Grazia "Margot" Butticè. “Io ci dissi – dice alla segretaria  – che erano muratori. Tolomeo, Quattrocchi, Lo Bello, Tesoriere, Marranca tutti muratori a 500 o 600 euro”. Ma poi i fatti erano troppo evidenti quindi ha deciso di collaborare con la giustizia.

Ma chi è Massimo Campione? L’imprenditore agrigentino insieme ai fratelli, guida un gruppo di imprese dalle variegate attività, prevalentemente interessate ai lavori pubblici. Suo fratello è Marco Campione socio di maggioranza della Girgenti Acque S.P.A., società che dal novembre 2007 gestisce il servizio idrico integrato della provincia di Agrigento. Ad oggi la Procura di Sciacca contesta al big di Girgenti Acque i reati di abuso d’ufficio, truffa e altri reati in materia ambientale.

Ma la famiglia Campione ha una storia di ‘generazioni' in merito all’imprenditoria. "Il padre Campione Giuseppe che è il capostipite di questa realtà imprenditoriale, era collegato al noto imprenditore Salamone Filippo”. Affermavano nel 2012 i Ros di Catania a seguito di accertamenti in merito al processo sui voti di scambio dell’ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo.  Secondo il pentito di mafia, Angelo Siino era proprio Filippo Salamone (arrestato nel 1997 per mafia, morto nel 2012) negli anni Novanta a raccogliere le tangenti e a ridistribuirle tra cosche e partiti politici in Sicilia.

E proprio sui politici che la procura di Palermo, a seguito delle confessioni di Massimo Campione, sta puntando la lente di ingrandimento. L’ipotesi potrebbe essere che i soldi non dovevano rimanere soltanto nelle mani di Dario Lo Bosco e degli altri indagati che hanno ricevuto le ‘mazzette'. Insomma, pare proprio che l’operazione dell'altro giorno sia soltanto la punta di un iceberg. Fra gli indagati risulta anche l’ex comandante del Corpo forestale della Sicilia Pietro Tolomeo la cui posizione è al vaglio della magistratura così come quella di alcuni personaggi politici. Iscritti nel registro degli indagati anche Giovanni Tesoriere, preside di ingegneria alla Kore di Enna, Libero Cannarozzi, ingegnere alla forestale, e Maria Grazia Butticè, compagna dall’imprenditore Massimo Campione.

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