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Il Cnel sopravvive al referendum: si scatena l’ironia del Web

Con la vittoria del No alle consultazioni del 4 dicembre, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro continua a vivere. Ma quali sono le sue funzioni? E, soprattutto, quanto pesa sulle casse dello Stato?
A cura di Ida Artiaco
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Immagine condivisa su Twitter dal gruppo Giovani Comunisti.
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Gli italiani hanno deciso: secondo i risultati del referendum costituzionale del 4 dicembre, il No ha vinto. Sono seguite le dimissioni del premier Matteo Renzi che aveva proposto e ribadito l'importanza della riforma sulla quale sono stati chiamati ad esprimersi i cittadini. Tra i protagonisti indiscussi della lunga notte referendaria, oltre al presidente del Consiglio e ai suoi avversari politici, c'è stato di sicuro il Cnel. Sono bastati i primi exit poll sull'esito delle urne per mandare in delirio gli utenti dei social network con analisi, commenti e soprattutto battute. Grazie all'esito negativo della consultazione, il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro continuerà a vivere e molti sul web hanno immaginato i 64 membri di quest'organo brindare e dare inizio ai festeggiamenti per la mancata abolizione, magari impegnati in un lungo trenino mentre intonano "Brigitte Bardot, Bardot..".

Ma cosa è il Cnel ? Quali sono le sue funzioni? E, soprattutto, quanto costa ogni anno allo Stato italiano?

Cnel: cos'é e cosa fa

Composizione. Quando si parla di Cnel, ci si riferisce al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. Si tratta di un organo di rilievo costituzionale, previsto dall'articolo 99 della Costituzione, istituito con legge numero 33 del 5 gennaio 1957. Le materie di sua competenza sono la legislazione economica e sociale. È un ente consultivo del Governo, delle Camere e delle Regioni, e ha diritto all'iniziativa legislativa, ma limitatamente alle materie di propria competenza. Si compone in totale di 65 membri, tra cui il presidente, che viene nominato dal Capo dello Stato, dieci "esperti", scelti tra gli esponenti del mondo economico e culturale del Paese, 48 rappresentanti delle categorie produttive di beni e servizi nei settori pubblico e privato e sei rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni del volontariato. Ogni mandato dura 5 anni e tutti i soggetti che ne fanno parte possono essere riconfermati.

Funzioni. Sono sostanzialmente due, e cioè da un lato esprimere pareri e dall'altro promuovere l'iniziativa legislativa nel campo della legislazione economica e sociale, con alcune eccezioni, come per le leggi tributarie, di bilancio o di natura costituzionale. I pareri, che vengono richiesti dal Governo, dalle Regioni e dalle Camere, non sono vincolanti, quando espressi, e nemmeno obbligatori. In poche parole, l'ente dovrebbe dar voce alle associazioni di categoria, esprimendo le istanze delle diverse parti sociali.  Tuttavia, sono state rare le volte in cui quest'organo ha compiuto le attività per le quali è stato creato. Dalla sua nascita fino ad oggi ha presentato solo 14 disegni di legge, quasi del tutto ignorati dal Parlamento, mentre i pareri sottoposti a Governo, Parlamento e Regioni sono stati 96, meno di due all'anno. A questi si aggiungano 350 testi di Osservazioni e Proposte, 270 Rapporti e Studi, 90 Relazioni, 130 Dossier che raccolgono gli atti di convegni ospitati al Cnel, e 20 Protocolli e Collaborazioni istituzionali.

Quanto costa

I costi del Cnel rappresentano uno dei motivi di maggiore discussione della politica italiana: si dati riportati sul sito ufficiale dell'ente c'è scritto che ogni anno vengono stanziati per le sue funzioni tra i 15 e i 20 milioni di euro. Risiede in questo dato la ragione del fatto che sin dalla sua salita al governo, nel 2014, Matteo Renzi abbia fatto dell'abolizione di quest'organo una delle sue crociate personali e dell'esecutivo da lui guidato per aumentare il risparmio delle casse statali, poi inserito tra i quesiti del referendum costituzionale. Negli anni del suo splendore, quindi almeno fino al 2014, il Cnel costava dunque 20 milioni di euro, che dal 2015 sono diventati 8,7 milioni, in base ai dati derivanti dal Bilancio di quell'anno. Consultando le singole voci, si evince che questi soldi servono al pagamento degli stipendi dei dipendenti e al mantenimento di Villa Lubin, sede del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, che si trova nel cuore di Villa Borghese a Roma. Sempre a partire dal 2015, in base a quanto previsto dalle legge di Stabilità,  consiglieri non possono più contare sull’indennità precedentemente prevista, pari a 2.154 euro al mese e sui rimborsi spese per i viaggi, le funzioni di rappresentanza.

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