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Grillo contro l’Italicum: “È fascismo, l’estrema unzione per Mattarella”

Duro il commento del leader del Movimento 5 Stelle dopo la decisione del Governo di imporre la fiducia sulla legge elettorale: “Nonostante questo scempio non si avvertono segnali da Mattarella. Dopo i moniti di Napolitano si è passati all’estrema unzione silenziosa del Quirinale”.
A cura di Redazione
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Non si è fatto attendere il commento di Beppe Grillo rispetto a quanto sta accadendo in queste ore alla Camera dei Deputati. Come saprete, infatti, il Governo ha deciso di porre la questione di fiducia sull’Italicum, la legge elettorale approvata al Senato della Repubblica: una scelta fortemente contestata non solo dall’opposizione parlamentare, ma anche dalla minoranza del Partito Democratico, critica nei confronti di alcuni aspetti (premio di maggioranza alla lista, capilista bloccati e impossibilità di apparentamenti).

Così, riportando le tante polemiche in Aula, Beppe Grillo paragona l’Italicum alla legge Acerbo del ventennio fascista e alla legge truffa del 1953, casi in cui in effetti di scelse di porre la questione di fiducia, legando alla legge elettorale il destino del Governo. Il capo politico del Movimento 5 Stelle poi ricorda le responsabilità del Presidente della Repubblica, cui non riserva una stoccata e constata amaramente come "dalla tragedia si sia passati alla farsa":

La fiducia sulla legge elettorale prima d'ora era stata posta da Mussolini con la Legge Acerbo nel 1923 e con la "legge truffa" (un nome un programma) del 1953. Oggi viene messa sul cosiddetto Italicum. Non chiamatelo più così, di italico ha solo il ricordo di un ventennio. Chiamatelo #Nostalgicum. Che fretta c'è di fare la legge elettorale? Non c'è nessun'altra emergenza? Disoccupazione? Aziende che chiudono? 10 milioni di italiani che fanno la fame? 1 milione di rifugiati in arrivo dall'Africa? E' più importante dare tutto il potere a una persona sola ed esautorare definitivamente il Parlamento. Nonostante questo scempio non si avvertono segnali da Mattarella. Dopo i moniti di Napolitano si è passati all'estrema unzione silenziosa del Quirinale. La storia si ripete, dopo la tragedia è il momento della farsa. Eia, eia, alalà.

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