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Grecia, colpo di scena. L’FMI non parteciperà al salvataggio senza taglio del debito

Il Fondo Monetario Internazionale ha deciso che non prenderà parte al nuovo piano di salvataggio della Grecia se i paesi dell’area Euro non taglieranno il debito ellenico.
A cura di Davide Falcioni
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Potrebbe clamorosamente riaprirsi la partita tra la Grecia e l'Unione Europea. Dopo il raggiungimento di un accordo con i "partner", infatti, il Fondo Monetario Internazionale – uno dei tre pilastri della cosiddetta Troika – ha fatto sapere che non parteciperà a nessun piano di salvataggio senza aver prima trovato un accordo sul taglio del debito ellenico, considerato non sostenibile. La decisione, che era nell'aria da settimane ma è stata ufficializzata solo ieri sera, rischia di rimescolare nuovamente le carte dal momento che il piano di aiuti alla Grecia stabilito dall'Eurosummit prevede l'erogazione di 82-86 miliardi di euro, una parte dei quali dovevano essere sborsati dal FMI.

I dirigenti del Fondo Monetario Internazionale si sono dati appuntamento a Washington ed hanno valutato il nuovo piano di salvataggio imposto alla Grecia ed accettato da Tsipras. Al termine del vertice l'FMI ha stabilito di "non sostenere l'accordo se alcune condizioni non sono rispettate": da una parte si chiede ad Atene di realizzare le riforme promesse, dall'altra un impegno a ristrutturare il debito, alleggerendolo sensibilmente. La decisione del FMI era nell'aria e rappresenta un duro colpo per i paesi dell'Eurozona, convinti di aver chiuso due settimane fa la partita con il governo greco ma invece costretti a riaprire una trattativa su un punto centrale come il taglio del debito, più volte richiesto da Tsipras come "contropartita" minima per effettuare le cosiddette "riforme strutturali".

La decisione del Fondo Monetario Internazionale potrebbe distendere leggermente il clima all'interno di Syriza, il partito di Alexis Tripras: l'ala più radicale ha definito inaccettabile l'accordo sottoscritto dal primo ministro, che a sua volta ha più volte tentato di portare il tema del "realismo" nel dibattito interno, spiegando che non c'erano soluzioni alternative, tranne il Grexit. Le tensioni nella "coalizione di sinistra radicale" sono alle stelle: domenica i quadri dirigenti voteranno in un referendum interno il loro sostegno o meno alla linea adottata da Tsipras, mentre tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre si svolgerà un congresso straordinario per definire la strategia futura.

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