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Giappone, nucleare: azoto liquido per raffreddare i reattori di Fukushima

Nuovo disperato tentativo per raffreddare la centrale nucleare di Fukushima in Giappone: pompare azoto liquido per evitare esplosioni di idrogeno. Intanto aumenta il conto di morti e dispersi: più di 30 mila vittime.
A cura di Alessio Viscardi
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La centrale nucleare di Fukushima danneggiata dal violento terremoto in Giappone che ha messo in ginocchio tutto il Sol Levante è totalmente fuori controllo. L'ultimo disperato tentativo per raffreddare i noccioli radioattivi dei reattori surriscaldati è l'utilizzo di azoto liquido. Mercoledì sono cominciate le operazioni che dureranno sei giorni e servono a scongiurare il pericolo di esplosioni di idrogeno nel reattore numero uno. Il pompaggio dell'azoto, però, espone lambiente a gravi rischi in quanto potrebbero formarsi nubi di vapore radioattivo che potrebbero contaminare le aree circostanti la centrale, soprattutto in mare dove sono stati rilevati già livelli di radiazioni 7,5 milioni di volte oltre i limiti stabiliti dalla legge.

L'agenzia nucleare giapponese ha definito necessaria la nuova operazione, intanto il il governo di Naoto Kan potrebbe allargare la fascia di sicurezza attorno la centrale nucleare id Fukushima, imponendo l'evacuazione anche a più di 20 chilometri dal sito contaminato.

Oltre al pericolo nucleare, si cercano ancora i cadaveri di 14.700 vittime dello tsunami seguito al terremoto. La prefettura di Fukushima dichiara che è prioritario trovare le salme prima che comincino a decomporsi. Sono state intensificate le ricerche da parte delle forze dell'ordine, ma il pericolo radioattivo in tutta la zona rende quasi impossibile il compito. Molti dei dispersi potrebbero essere stati trasportati in mare dallo tsunami e ci sono poche possibilità di ritrovarli.

Il numero aggiornato delle vittime accertate di terremoto è tsunami è salito a 12.596 morti. La prefettura colpita maggiormente dal cataclisma è quella di Miyagi, in cui sono morte 7.680 persone e sono ancora 6.320 i dispersi. Quasi tutti i cadaveri ritrovati sono stati identificati. Ancora 160 mila persone hanno perso casa e lavoro, vengono ospitati in duemila rifugi temporanei allestiti in palestre, scuole e ospedali.

Il governo americano conferma che due cittadini statunitensi sono morti in Giappone. L'ultimo a essere stato identificato è Montgomery Dickson.

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