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Giachetti: “Sulla legge elettorale il Pd decida, basta col gioco delle tre carte”

Il deputato del Partito Democratico attacca i suoi compagni di partito e l’ex capogruppo Anna Finocchiaro: un errore legare la riforma della legge all’accordo col Pdl e al destino di Berlusconi.
A cura di Redazione
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Dopo l'intervento di Enrico Letta (che aveva ribadito come la riforma della legge elettorale fosse una priorità del Governo) e la risposta a breve giro di Renato Schifani (con il no al Mattarellum e la constatazione della grande distanza che ancora esiste tra Pd e Pdl sul tema), arriva anche l'intervento di Roberto Giachetti, parlamentare del Partito Democratico che aveva presentato già mesi fa la mozione per la cancellazione del Porcellum con il conseguente ritorno al Mattarellum.

L'esponente democratico apre infatti un nuovo fronte polemico all'interno del Pd, con un articolato post sul suo blog personale, nel quale ricorda i tentennamenti e le tante contraddizioni interne al partito del Nazareno. Ma soprattutto attacca la dirigenza ed in particolar modo Anna Finocchiaro che "dopo aver definito “intempestiva e prepotente” la presentazione della mozione sul ritorno al Mattarellum, con grande “tempestività” e senza alcuna “prepotenza” istituzionale ha praticamente scippato alla Camera l’avvio della discussione della riforma elettore con una furbata di sapore vecchio consociativo facendone un finto incardinamento al Senato prima della pausa estiva". Questo è solo l'ultimo atto di un balletto del Pd, che continua ad evadere la domanda essenziale: cancellare il Porcellum o semplicemente metterlo in sicurezza (come vuole il Pdl)? Ma ecco il pensiero di Giachetti:

Si potrebbe fare un bel collage delle dichiarazioni di oggi (a cominciare da quelle di Letta) e di quelle di soli 3 mesi fa, quando presentai la mozione per il ritorno al Mattarellum, per rendersi conto di quanto ancora molto ci sia da rottamare, soprattutto in termini di metodo, nell’attuale politica. Ma andiamo oltre, prendiamo in positivo il nuovo coro di proclami a favore della riforma della legge elettorale e cerchiamo almeno di farne un punto di verità.

Mi rivolgo in questo caso al mio partito, ai suoi dirigenti, a coloro che hanno deciso ed anche non deciso in questi anni. Nelle dichiarazioni di queste ultime settimane a favore del “superamento” del porcellum si nasconde una perdurante ambiguità che non può più proseguire. Se non vogliamo prendere ancora una volta in giro gli italiani, il milione e mezzo di elettori che hanno sottoscritto l’apposito referendum, gli iscritti e militanti del partito democratico, il partito prenda una decisione chiara ed esplicita prima di iniziare (ammesso che ciò davvero accada) la discussione sulla riforma elettorale. Il PD è per la modifica del porcellum o per la sua cancellazione? Il Pd è per un sistema di tipo maggioritario o proporzionale? E non mi si dica che il PD una scelta già l’ha fatta e cioè il maggioritario con doppio turno tipo francese.

Lo so grazie. E’ la decisione ufficiale dell’Assemblea Nazionale, scelta che condivido pienamente. Ma non facciamo il gioco delle tre carte. Qui non stiamo parlando della legge elettorale a regime, parliamo della legge di “salvaguardia”, della legge “ponte”, della legge immediata, da fare subito (entro ottobre come dice Letta). Ecco su questo chiedo al segretario del partito che convochi ai primi di settembre una direzione per decidere sulle due opzioni che abbiamo davanti e che ho citato prima. La decisione non può essere frutto di scelte ambigue, confuse e, non di rado, autolesioniste. Faccio esplicito riferimento a quella affatto casuale del Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato che dopo aver definito “intempestiva e prepotente” la presentazione della mozione sul ritorno al Mattarellum, con grande “tempestività” e senza alcuna “prepotenza” istituzionale ha praticamente scippato alla Camera l’avvio della discussione della riforma elettore con una furbata di sapore vecchio consociativo facendone un finto incardinamento al Senato prima della pausa estiva.

La scelta può apparire un fatto marginale ed invece vedrete che avrà un peso non indifferente sul piano politico perché partire dal Senato (dove come noto i numeri del PD sono ben diversi dalla Camera) significa inevitabilmente condizionare la riforma “ponte” all’accordo col pdl e quindi portare il Pd in modo surrettizio verso la modifica del porcellum in luogo della sua cancellazione. Ecco allora è lecito che questa scelta non sia frutto di qualche furbata mascherata ma di un dibattito aperto nella sede decisionale del partito dopo la quale possibilmente si decida e non si rinvii come accade ormai un po’ ovunque? Si può chiedere agli organi dirigenti del partito che si parli in modo chiaro ed in modo altrettanto chiaro si decida? O forse questa strada interromperebbe il tanto praticato sport di dire superiamo il porcellum (che tanto non costa nulla e rende tanto) e tacere sul come? Penso che nelle prossime ore ed nei prossimi giorni bisognerà concentrarsi su questo: pretendere che il PD assuma decisioni chiare su modifica o cancellazione del porcellum e, in questo ultimo caso sostituzione con legge di impronta maggioritaria o proporzionale

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