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Germania, terapeuta dell’attentatore nel 2015 segnalò possibile “suicidio spettacolare”

Mohammed Daleel, il siriano che si è fatto esplodere ad Ansbach vicino al luogo in cui si svolgeva un concerto, nel 2015 era stato descritto dal terapeuta che lo aveva in cura come in grado di compiere un “suicidio spettacolare” se fosse stato espulso.
A cura di Susanna Picone
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Nel 2015 Mohammed Daleel, il richiedente asilo siriano che domenica si è fatto esplodere ad Ansbach vicino a un festival all'aperto, era stato in cura presso un terapeuta che poi aveva scritto in un documento che l'uomo sarebbe stato capace di compiere un “suicidio spettacolare” se fosse stato espulso dalla Germania verso la Bulgaria. A scriverne oggi è il quotidiano Bild, secondo cui l'uomo aveva parlato diverse volte delle sue intenzioni di togliersi la vita con gli psicologi dai quali era stato in cura. In particolare nel 2015 il terapeuta scriveva nell’informatica (inclusa nel fascicolo in mano alle autorità responsabili di processare la richiesta di asilo) che dopo la morte della moglie e del figlio di sei mesi “non ha niente da perdere”. I documenti medici in cui, secondo la Bild, erano state sottolineate le intenzioni di Daleel, risalgono all'inizio del 2015, quando l’uomo fu in cura in una clinica di Ansbach.

In passato avrebbe parlato diverse volte delle sue intenzioni di togliersi la vita – In almeno due casi il richiedente asilo siriano avrebbe tentato il suicidio. In un caso il giovane era stato fermato mentre si dirigeva negli uffici per l'immigrazione con una bottiglia di benzina. Il documento del terapeuta concludeva che il rischio di suicidio sarebbe stato molto elevato se si fosse ordinata l'espulsione dal Paese. La richiesta di asilo di Daleel in Germania era stata respinta a dicembre 2014 perché era stato accertato che aveva precedentemente ricevuto protezione in Bulgaria, ma il suo ritorno in questo Paese era stato sospeso a febbraio 2015 per via di diverse informative mediche che evidenziavano i problemi di salute del giovane, sia fisici che psicologici. Lo scorso 13 luglio, poi, era stato informato che questo ordine di espulsione era stato riattivato e che aveva 30 giorni per abbandonare il Paese.

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