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Gabrielli: “Italia non è esente da terrorismo, prima o poi dovremo pagare un prezzo”

“Le indagini, spesso successive ai rimpatri, hanno dimostrato che buona parte delle persone fermate nel nostro Paese perché considerate vicine all’Isis stava realmente per compiere attentati e fare morti. Questo, però, non deve toglierci la nostra libertà”.
A cura di C. T.
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Il Ministro Minniti e il capo della Polizia Gabrielli entrano  al  CTO a Firenze in visita dell'artificiere ferito nello scoppio di ieri

"Lo dico in maniera molto cruda: prima o poi anche noi un prezzo lo dovremo pagare. Ci auguriamo sia quanto più contenuto possibile". A parlare è il capo della polizia, Franco Gabrielli, che in due interviste, al Giornale e al Quotidiano Nazioanle, ha ribadito l'Italia non è esente dalla minaccia terroristica: "Le indagini, spesso successive ai rimpatri, hanno dimostrato che buona parte delle persone fermate nel nostro Paese perché considerate vicine all’Isis stava realmente per compiere attentati e fare morti. Questo, però, non deve toglierci la nostra libertà. Saremmo sconfitti solo se ci lasciassimo condizionare nella nostra quotidianità".

Perché il nostro paese non è ancora stato direttamente colpito? Secondo Gabrielli dipende da "diversi fattori": "Oltre all’ottimo lavoro di prevenzione, il punto è che non abbiamo sacche gravi di marginalizzazione e che noi i sospetti terroristi li espelliamo subito". La verità, ha aggiunto, "è che se la smettessimo di giudicarci più coglioni degli altri, scopriremmo che in molti casi siamo migliori". Quanto alla radicalizzazione in Rete, "sarebbe sbagliato limitare l’uso del web, mentre è giusto indagarlo con squadre e strumenti speciali. È quel che facciamo quotidianamente".

Gabrielli ha ribadito che è "importante riaprire i Cie in numero sufficiente e in ogni regione. Si arriverà a una permanenza di un massimo di un anno in presenza di motivi di sicurezza pubblica". Sui rimpatri dei migranti che fanno ricorso per la negazione del diritto d’asilo, "la normativa europea prevede almeno un grado di giudizio, il nostro sistema giudiziario ne presuppone tre. Intendiamo fermarci al primo". I Paesi d’origine non recepiscono le espulsioni perché "l’emigrazione è due volte vantaggiosa: decomprime la demografia e garantisce importanti rimesse di denaro", dunque "occorre fare in modo che riprenderseli sia ancora più vantaggioso. Con quello che spende lo Stato per accoglienza, sanità e sicurezza, le risorse da distribuire a mo' di incentivo non mancherebbero". Quanto, infine, agli accordi bilaterali sugli espulsi e centri di raccolta per i migranti in Nord Africa, il capo della polizia ha fatto sapere che "il governo sta lavorando seriamente su entrambi i fronti, e sono sicuro che a breve avremo importanti novità anche nel rapporto con la Libia".

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