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Frida Kahlo in mostra a Bologna: amore, arte e politica, negli scatti di Lucienne Bloch

Un’amicizia forte e duratura, quella fra Frida e Lucienne, che restituisce, grazie all’obiettivo della fotografa svizzera, un ritratto inusuale e molto intimo della grande artista messicana. Dal 15 dicembre a Bologna.
A cura di Federica D'Alfonso
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Frida Biting Her Necklace ©Lucienne Bloch
Frida Biting Her Necklace ©Lucienne Bloch

Frida Kahlo è forse una delle artiste più rappresentate e simboliche del Novecento. Tanti sono i ritratti e le biografie che negli anni hanno restituito il volto di una donna forte, austera ma passionale, determinata ma allo stesso tempo estremamente fragile. Ma gli sguardi sulla vita e l'arte di questa straordinaria donna non bastano mai: è per questo che la galleria ONO Arte Contemporanea di Bologna propone, dal prossimo 15 dicembre fino al 26 febbraio 2017, il racconto fotografico intimo e personale di Lucienne Bloch: assistente di Diego Rivera, ma soprattutto amica e confidente di Frida, la fotografa ha regalato al mondo alcuni fra gli scatti più significativi dell'artista messicana.

La mostra “Lucienne Bloch: dentro la vita di Frida Kahlo” propone 45 immagini firmate dalla nota fotografa svizzera, che raccontano non soltanto alcuni momenti della vita di Frida Kahlo, ma indirettamente l'amicizia fra le due donne, iniziata in modo inaspettato e turbolento nel 1931.

Frida with Her Godson ©Lucienne Bloch
Frida with Her Godson ©Lucienne Bloch

Dopo il successo di “Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz” dello scorso febbraio, la galleria ONO Arte Contemporanea riporta la straordinaria donna che è stata Frida Kahlo in Italia, attraverso lo sguardo di un'altra donna incredibile. Frida sorridente alla mattina, Frida che bacia Diego, Frida che scherza di fronte all’obiettivo: amore, arte e politica, questi i temi fondamentali della mostra che inaugura il prossimo 15 dicembre, in un racconto limpido e chiaro non del mito, ma della quotidianità di Frida Kahlo.

Lucienne e Frida: un'amicizia profonda

Lucienne Bloch, Diego Rivera, and Frida Kahlo ©Lucienne Bloch
Lucienne Bloch, Diego Rivera, and Frida Kahlo ©Lucienne Bloch

“Ti odio”: furono queste le prime parole che Frida Kahlo rivolse a Lucienne Bloch. Siamo nel 1931, a New York, durante un party in onore di Diego Rivera al Moma. Un odio dettato dall'impressionante sintonia dei due, nata naturalmente, e accresciuta dalla passione di Lucienne per la tecnica dell'affresco e per l'arte di Rivera. La donna aveva frequentato le scuole d'arte più importanti, aveva viaggiato in Italia alla scoperta delle meraviglie dell'arte classica, ed era tornata negli Stati Uniti con ideali estetici e politici ben precisi. Molto vicini a quelli di Rivera e del movimento muralista messicano.

Frida with Ice Cream Cone ©Lucienne Bloch
Frida with Ice Cream Cone ©Lucienne Bloch

Una donna pericolosa agli occhi di Frida, che in quegli anni aveva visto suo marito circondato da molte altre ammiratrici, alcune delle quali erano state sue amanti. Ma Lucienne Bloch diventerà, oltre che assistente di Rivera, anche un'amica fedele di Frida: le è vicina quando abortisce, quando perde la madre e quando scopre il tradimento di Diego con la sorella Cristina. Molti di questi momenti importanti confluiscono nella mostra bolognese, restituendo un ritratto intenso dell'intimità di Frida Kahlo.

Lucienne e Diego Rivera: lo sguardo sull'arte politica

Man at the Crossroads, Diego Rivera
Man at the Crossroads, Diego Rivera

Fin dal primo incontro è chiaro come i due, sia Lucienne che Rivera, abbiano in comune l'ideale politico: l'arte deve essere per il popolo, deve essere comprensibile e raggiungibile da tutti. Lucienne Bloch sarà la testimone più importante del lavoro di Rivera negli Stati Uniti, e documenterà ogni passo artistico verso il raggiungimento di quell'ideale rivoluzionario. Un'ideale che non sempre incontra consensi positivi.

Come non sarà positiva la reazione dell'opinione pubblica di fronte al murale realizzato da Diego Rivera al Rockfeller Center di New York. A causa del riferimento alla Russia Sovietica e a Lenin, il murale viene distrutto poco prima del suo completamento: l'unica immagine ad oggi conosciuta è proprio una fotografia di Lucienne Bloch, che riesce a immortalare, in bianco e nero, Rivera a lavoro sulla sua opera.

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