"Il tipo di comunicazione ed il progresso delle idee non hanno tratto giovamento dal fatto che ci siano milioni di singoli che nella solitudine della propria stanza disvelino una parte della propria personalità in chiave informatica per sostenere le loro opinioni che talvolta si annullano tra di loro. Banalmente mi viene da dire che le parole stanno soppiantando i fatti e le opere e che le rivoluzioni vere le hanno sempre fatte le persone che scendono in strada". E' questo uno dei passaggi più significativi dell'intervista che Filippo Facci, opinionista ed editorialista di spicco, ci ha rilasciato durante il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, in corso dal 25 al 29 aprile (e dal quale vi proponiamo anche i contributi del blogger ed analista Alessandro Gilioli e del direttore del Fatto Quotidiano online Peter Gomez). Un colloquio che ha toccato anche il tema della nuova editoria e della trasformazione della professione giornalistica: "I giornalisti tradizionali sono sempre di meno […] per il resto i mezzi di diffusione e reperimento delle notizie sono così capillari che renderanno la professione quasi impiegatizia, facendo perdere completamente quell'aura che aveva un tempo".
Intervista a cura di Alessio Viscardi
