Fermo, i “bombaroli delle chiese” patteggiano condanna a tre anni di reclusione

Marco Bordoni e Martino Paniconi, i due "bombaroli" di Fermo, hanno patteggiato una condanna a tre anni di reclusione e il pagamento di una multa di 4.800 euro ciascuno: i due erano accusati di essere gli autori di una serie di attacchi ad alcune chiese di Fermo, dove nei mesi scorsi sono stati fatti esplodere degli ordigni dall'alto potenziale. Di fronte al gip fermano Marcello Caporale Paniconi e Bordoni hanno ammesso le loro responsabilità per cinque dei sei episodi loro contestati. Entrambi potranno beneficiare degli arresti domiciliari, e nel caso di Bordoni l'uomo potrà tornare a lavoro. Sulle motivazioni che hanno portato i due a piazzare delle bombe davanti a luoghi di culto le risposte sono state sempre molto vaghe: “Volevano – hanno affermato gli inquirenti – colpire dei simboli, ma senza far del male a nessuno”. Le esplosioni degli ordigni si sono verificate da gennaio a maggio. La prima bomba è stata piazzata a Porto Sant'Elpidio, vicino al Duomo, fuori dalla porta della casa parrocchiale; quindi è stata la volta della chiesa di Lido Tre Archi; poi davanti la chiesa di San Marco alle Paludi, parrocchia retta da don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco. Per finire un ordigno è stato messo a Campiglione di Fermo, di fronte alla Chiesa di San Gabriele dell'Addolorata.

Paniconi e Bordoni sono stati arrestati il 20 luglio scorso al termine di un lungo lavoro investigativo fatto anche di intercettazioni ambientali e pedinamenti. Il materiale per costruire le bombe è stato rinvenuto in un vecchio casolare di campagna a San Marco alle Paludi: a segnalarne la presenza ai carabinieri è stato un ciclista che, trovandosi a passare da lì in mountain bike, ha notato all'interno il materiale sospetto: micce, barattoli di lamiera e resti della lavorazione di bombe rudimentali.