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Fa nascere la figlia malata per donare i suoi organi. Il papà: “Sogno di vedere i tuoi occhi”

È nata la bimba di Royce e Keri Young, la coppia americana che aveva deciso di portare avanti la gravidanza anche se la piccola era destinata a morire per la mancanza del cervello. Sono stati donati i suoi occhi.
A cura di Susanna Picone
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“Non potrò mai più tenere in braccio mia figlia. Non potrò parlare con lei e sentire la sua voce. Posso però sognare di guardarla negli occhi un giorno e scoprire di che colore sono”. Sono commoventi le parole scritte dal giornalista americano Royce Young poco dopo la nascita e la morte della sua secondogenita, la piccola Eva. Della storia di Royce e di sua moglie Keri hanno parlato nei mesi scorsi i media statunitensi e non solo. È la storia di una coppia dell’Oklahoma che ha deciso di portare avanti la gravidanza anche dopo aver scoperto che la loro bambina sarebbe morta subito a causa di una rara malformazione al cervello, l’anencefalia. Una malattia che colpisce una gravidanza su 100.000. Keri e Royce avevano deciso di far nascere la loro piccola Eva per donare i suoi organi e permettere ad altri bambini di continuare a vivere. Eva vuol dire letteralmente proprio “donatrice di vita”.

Quella della coppia era stata una decisione difficile che Keri e Royce avevano spiegato e condiviso in rete. E in rete lo stesso papà ha raccontato la nascita e la morte della sua bambina. Dei suoi organi, hanno potuto donare solamente i suoi occhi. “Ho sperato – ha scritto papà Royce – che i tuoi reni o il tuo fegato potessero salvare una vita. Non sarà così, ma ne cambierai una. Sapevamo che quella dei trapianti era una speranza limitata. Ci abbiamo provato lo stesso perché una vita vale sempre un tentativo. Sono felice che l’eredità di Eva al mondo siano i suoi occhi. Abbiamo sempre immaginato come sarebbero stati i suoi capelli e il suo naso. Nei brevi minuti che abbiamo passato insieme ho avuto la tentazione di guardare di che colore fossero gli occhi. Non l’ho fatto, aspetto il giorno in cui li incontrerò”.

Alla 37esima settimana di gravidanza la coppia si è accorta che la bambina non si muoveva più. Non avrebbe più potuto donare organi vitali. “Strano dire come la peggiore esperienza della mia vita sia anche la cosa più bella. Non era nulla di quello che avevamo pensato o sperato, ma in quel momento era la cosa migliore possibile”, ha scritto ancora il papà. Le commoventi foto dell'incontro dei genitori con Eva sono state condivise sui social.

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