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Ex parlamentare Pdl Alfonso Papa torna in carcere: presunti favori alla camorra

La nuova inchiesta della procura di Napoli, che ha fatto finire ai domiciliari anche il padre dell’ex parlamentare, è relativa a presunti favori, in cambio di denaro e altre utilità, a due imprenditori ritenuti vicini al clan camorristico dei Belforte.
A cura di Susanna Picone
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Nuovo arresto per l’ex parlamentare del Pdl Alfonso Papa per il quale, dopo il provvedimento del 2011, si riaprono le porte del carcere. L'accusa, mossa anche nei confronti del padre Giovanni, finito agli arresti domiciliari, è concussione per induzione, ora “indebita induzione a corrispondere denaro o altre utilità”. Hanno eseguito i provvedimenti cautelari i militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Napoli, su mandato della procura antimafia partenopea. Secondo l'accusa, Alfonso Papa e suo padre Giovanni avrebbero indotto gli imprenditori Angelo e Roberto Grillo, ritenuti vicini al clan della camorra dei Belforte, a cedere soldi in cambio dell'interessamento per ottenere appalti. “I Grillo erano titolari di una società destinataria, all'epoca dei fatti, di interdittiva antimafia adottata dalla prefettura di Caserta – ricorda il procuratore aggiunto Alfonso D'Avino – per gli accertati rapporti tra la famiglia Grillo e soggetti appartenenti e comunque contigui al clan camorristico Belforte di Marcianise”. Alfonso Papa, in qualità di parlamentare e membro della commissione antimafia negli anni 2009-2010, secondo i pm napoletani “abusando delle sue qualità e dei suoi poteri, agendo in concorso con il padre Giovanni, induceva i Grillo a cedere alle sue richieste di denaro e di altre utilità”, prospettando che avrebbe garantito una serie di appalti.

Le accuse contro Alfonso Papa e suo padre Giovanni

Ci sarebbe stato, tra le altre cose, l'interessamento per l'aggiudicazione di appalti inerenti i servizi di pulizia presso Trenitalia; per i subappalti gestiti dalla Consip e per diversi lavori pubblici tra cui quelli riguardanti il porto di Cecina, a Livorno. Il gip napoletano ha riconosciuto anche l'aggravante di aver commesso il reato per agevolare il clan dei Belforte di Marcianise, alleato dei Casalesi. Dalle indagini è emerso anche il ruolo di Giovanni Papa che aveva frequenti contatti con i Grillo agendo in stretta collaborazione con Alfonso per conto del quale aveva riscosso materialmente le somme di denaro versate dagli imprenditori per i servigi resi dal figlio. Imprenditori che, stando alle indagini, lo stesso Alfonso Papa aveva anche accompagnato negli uffici di Trenitalia per l'aggiudicazione degli appalti. L’ex deputato Pdl Alfonso Papa deve rispondere anche del reato di induzione a rendere dichiarazioni mendaci, per aver promesso regali alla sua segretaria per evitare che raccontasse ai pm circostanze compromettenti di cui era a conoscenza.

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