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Emiliano: “Inchiesta Consip può diventare una trappola mortale per il Pd. Lotti prenda una decisione”

Il candidato alla segreteria del Partito Democratico Michele Emiliano, durante un’intervista concessa al Corriere della Sera, invita alla prudenza il partito in modo tale che la mozione di sfiducia presentata contro il ministro Lotti, indagato nell’ambito dell’inchiesta Consip, “non diventi per il Pd una trappola mortale”.
A cura di Charlotte Matteini
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michele emiliano

Non si sbilancia il governatore della Regione Puglia e candidato alla segreteria del Partito Democratico Michele Emiliano commentando l'inchiesta relativa agli appalti della Consip che coinvolge il ministro dello Sport Luca Lotti, indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento, e il padre dell'ex presidente del Consiglio, Tiziano Renzi, per traffico di influenze. "Non credo che mi sarei mai trovato al posto di Lotti, ma arrivati a quel punto bisogna prendere delle decisioni", sostiene Emiliano rispondendo a una domanda di Tommaso Labate del Corriere della Sera relativa alla richiesta di dimissioni avanzata dal Movimento 5 Stelle e sostenuta dalla Lega Nord: "Non posso dare suggerimenti, ma si potrebbe evitare che la mozione diventasse per il Pd una trappola mortale. Bisogna mettere in sicurezza il Pd", spiega il governatore pugliese, aggiungendo che la sua candidatura a segretario del Partito Democratico nasce proprio dall'esigenza di fornire un'alternativa "radicalmente diversa alla gestione del partito".

"Da tempo raccontiamo di un Pd che ha avuto una deriva, abbandonando le persone che non contano niente, che non sono solo clochard o disoccupati, ma anche gli imprenditori che non riusciamo a proteggere, ad esempio dall’embargo contro la russia che ha provocato danni enormi. Il Pd ti lasci solo quando sei debole, e ti cerca quando sei forte", sostiene Michele Emiliano, che non si lancia mai in accuse verso l'attuale dirigenza del Partito Democratico, ma allo stesso tempo cerca di prendere le distanze dalla gestione attuale: "Da tempo ho preso le distanze da quel modello: c’è stata una grande opacità in questi processi, che, anche se fosse chiarita, mostrerebbe comunque una rilassatezza, una scarsa attenzione su aspetti importanti. Il Pd deve tornare ad essere un partito di onestà, correttezza, trasparenza. La politica arbitra, non gioca. Su questa roba un partito come il Pd deve essere attentissimo", spiega Emiliano, raccontando che nel periodo in cui fu sindaco di Bari "avevo eliminato la convenzione Consip perché avevo capito che dietro c’era un sistema che ci costava il doppio e eliminava dalla competizione le aziende locali. Io a Romeo ho detto no".

Nell'intervista a tutto tondo concessa al Corriere della Sera, Emiliano risponde anche alle polemiche relative al suo presunto conflitto di interessi dovuto al mantenimento dell'incarico da magistrato pur essendo in possesso della tessera del Partito Democratico. "La Costituzione tutela tutti i lavoratori che siano costretti a licenziarsi per candidarsi. Proprio perché altrimenti si consegnerebbe la propria libertà alla politica. Se poi questo lavoro fosse ritenuto diverso dagli altri, accetterei di rientrare non nella funzione giudicante ma come dirigente in un ministero", spiega Emiliano.

Nel corso dell'intervista, Emiliano avanza una sorta di previsione dei risultati congressuali: "Secondo me Renzi non arriva al 50% al primo turno. Avremo due mesi di lavoro per non far arrivare Renzi al primo turno, e ricominciare col partito noi che è stato travolto dal partito ‘Io' di Renzi. Renzi era al centro di tutte le discussioni e in tutti i tg, questo ha distorto il dialogo. Così forse recuperiamo anche lui, può darsi che torni in sé. Adesso dopo 1000 giorni di insuccessi si renda conto che non è solo in questo Paese, anche eventualmente mettendosi al servizio degli altri: il che non significa non candidarsi ma prendere in esame la possibilità che qualcuno giochi anche per lui. Renzi ha responsabilità molto gravi nel partito. Ma non si può fare solo il capitano. Io vorrei far rientrare chi è uscito. Vorrei convocare i segretari dei partiti a sinistra, Rossi, Speranza, D’Alema. Vorrei che il Pd tornasse ad essere una grande comunità. Mi piacerebbe vincere col 52%53%, che Orlando avesse buon risultato e che Renzi rimanesse nel congresso per spiegarci dove ha sbagliato e ci aiutasse a non commettere gli stessi errori", conclude Emiliano.

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