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Anche tu hai un antenato immigrato (se non lo sai, c’è un modo per scoprirlo)

Cercare sui registri di Ellis Island il nostro cognome e scoprire che qualcuno, un secolo fa, ha attraversato l’Oceano per andare gli Stati Uniti in cerca di fortuna. Capite perché è una follia per noi italiani oggi attaccare i migranti che fanno lo stesso?
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«Molti degli intolleranti di oggi discendono anche loro da quei disperati di un secolo fa…» lo scrive Enrico Mentana su Facebook, pubblicando la foto dei registri di Ellis Island, l'isola degli sbarchi dei migranti negli Stati Uniti, l'ultima frontiera prima di New York che agli inizi del Novecento in 35 anni accolse 4 milioni di concittadini italiani. «Avevano fame, volevano vivere» scrive Mentana e indica fra loro, in quel registro, suo nonno.

Noi un esperimento lo possiamo fare. Possiamo ad esempio andare sul sito di Ellis Island, che fra le altre cose raccoglie i database di oltre 51 milioni di immigrati, di passeggeri e membri di equipaggi che sono giunti negli Usa dal 1892 al 1957. Una volta sul sito, possiamo ad esempio cercare il nostro nome e cognome. Possiamo cercare quello dei nostri parenti che sappiamo emigrati anni fa. Troveremo sempre qualcosa. Sempre. Perché anche se i nostri nonni non sono partiti alla ricerca della fortuna lo hanno fatto i nostri bisnonni. O i loro cugini, fratelli, zii. Capite perché è una follia attaccare chi arriva da lontano in cerca di pace e di un minimo di sussistenza? Capite che è rinnegare la nostra stessa storia?

Ah. Provate a cercare i due Matteo della politica italiana: Matteo Renzi e Matteo Salvini. Qualcosa esce. Anche loro probabilmente avevano lo zio o il nonno emigrato. Pare l'abbiano dimenticato in fretta.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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