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Electrolux conferma quasi 1200 esuberi

Durante il tavolo di trattativa al Ministero l’azienda ha ribadito il suo piano che prevede drastici tagli ma nessuna chiusura delle fabbriche.
A cura di Antonio Palma
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Nonostante la levata di scudi dei sindacati e l'intervento delle amministrazioni locali e del governo, Electrolux per ora conferma il suo piano industriale lacrime e sangue che prevede drastici tagli al personale in tutta Italia. Il piano di risanamento dell'azienda nel dettaglio impone circa 1.200 esuberi scaglionati tra i quattro stabilimenti italiani del gruppo. A riferirlo fonti sindacali presenti all'incontro che si è svolto lunedì al Ministero dello Sviluppo economico tra i vertici dell'impresa, il governo, i rappresentanti dei lavoratori e le Regioni. Come hanno spiegato i sindacati, l'azienda, prendendo la parola al tavolo delle trattative non ha aperto a possibili modifiche del piano di risanamento limitandosi ad assicurare solo che non ha intenzione di chiudere nessuno dei quattro stabilimenti italiani e che non è previsto nessun taglio salariale come si era invece parlato inizialmente. Restano dunque i tagli già previsti dalla prima bozza del piano di rilancio dell'azienda che prevede nel dettaglio 430 esuberi nello stabilimento di Porcia, 270 in quello di Susegana, 180 a Solaro, 160 a Forli e 150 negli staff.

Le autorità confermano – A questo punto appare assai improbabile che la riunione possa ottenere dei risultati risolutivi della vertenza anche se c'è ottimismo tra le autorità. "Non ci sarà la firma domani ma metteremo le basi per risolvere il problema" ha spiegato il governatore del Veneto Luca Zaia, aggiungendo: "Si devono salvare gli stabilimenti del Veneto, del Friuli, dell'Emilia Romagna e della Lombardia, ci sono quattro governatori compatti, le maestranze sono unite, ministero e governo sono della partita". Per l'esecutivo ha parlato il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti assicurando: "Il nostro obiettivo è mantenere i siti e l'occupazione".

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