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Direzione Pd, la proposta di Renzi sulla legge elettorale è passata

La proposta elaborata dal segretario democratico prevedeva l’assegnazione di un premio di maggioranza che porta al massimo al 55% dei voti chi abbia preso almeno il 35% dei consensi.
A cura di Redazione
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20.05 –  Renzi critica Cuperlo e il Presidente del Pd lascia la Direzione – "Non accetto critiche sulle preferenze da chi è stato eletto nel listino bloccato", il segretario dei democratici rigetta con forza le critiche mosse da Gianni Cuperlo al suo ‘Italicum' nel corso della Direzione. "Se Gianni vuole replicare, per correttezza", ha poi detto Renzi, ma il Presidente del Pd stava già lasciando da sala: "Mi dispiace che Cuperlo vada via", ha aggiunto il sindaco di Firenze.

19.55 – Passa la proposta di Renzi con 111 voti favorevoli e 34 astenuti

Ore 19.35 – Berlusconi: "Bene Renzi, la nostra intesa per il Paese" – "Esprimo sincero e pieno apprezzamento per l'intervento del segretario del Pd Matteo Renzi alla direzione del suo partito,che ha rappresentato in modo chiaro e corretto il contenuto dell'intesa che abbiamo raggiunto nell'incontro di sabato,e che offriamo con convinzione al Parlamento e al Paese": così il leader di Forza Italia in una nota.

Dopo il tanto dibattuto incontro alla sede di via del Nazareno con Silvio Berlusconi, Matteo Renzi si preparava ad affrontare un altro passaggio cruciale nel percorso di revisione della legge elettorale e di impostazione delle riforme istituzionali. Il Sindaco di Firenze arriva all'appuntamento forte della "piena sintonia" con il Cavaliere e di una bozza condivisa sulla legge elettorale (della quale vi abbiamo parlato nel dettaglio).

E nella sua relazione iniziale il segretario del Pd ha chiarito che il suo primo compito era quello di "recuperare la credibilità perduta". Di farlo attraverso "un accordo su 3 punti, di cose realizzabili subito" e che parte dalla fine del bicameralismo perfetto e dalla riforma del Senato con l'eliminazione dell'elezione dei membri e dei rimborsi associati. Dunque, secondo Renzi, si potrebbe già dire agli italiani che la prossima volta "non si eleggeranno i senatori".

Il secondo punto riguarda la revisione del Titolo V della Costituzione, per mettere a posto un "errore commesso qualche anno fa" e riportare sotto il controllo statale alcune funzioni. Poi un doppio passaggio: la richiesta che i consiglieri comunali guadagnino come il Sindaco del Comune capoluogo e la fine del finanziamento ai gruppi regionali. L'obiettivo è quello di evitare gli sprechi e restituire autorevolezza alle Regioni, oltre che portare ad un risparmio di "un miliardo di euro sui costi della politica diretti". Poi, prima di passare alla spiegazione del progetto di revisione della legge elettorale, una serie di stoccate a Grillo, il "collega showman" che "è scappato dalla Sardegna per paura di perdere le elezioni" e che ha paura perché ha capito che "la politica la cambiamo noi" e che il Movimento 5 Stelle "non cambierà la politica italiana".

Poi sulla legge elettorale Renzi riconosce il "senso di responsabilità di Berlusconi", che ha scelto di trattare. Così, "noi abbiamo detto no al potere di ricatto dei partitini, anche con la distribuzione di seggi su base nazionale, anche se avremmo preferito il contrario. Diciamo sì ad un percorso in cui sia chiaro chi vince". La proposta è chiara: "L'assegnazione di un premio di maggioranza che porti dal 53% al 55% e che sia assegnabile all'ottenimento del 35% dei voti. Si tratta cioè di un premio di maggioranza del 18%. Se invece non si arriva al 35% ci sarà un ballottaggio secco tra due coalizioni senza possibilità di apparentamenti per l'assegnazione del premio di maggioranza. Le soglie di sbarramento sono del 5% per chi si coalizza, dell'8% per lista singola e del 12% per le coalizioni".

Sull'incontro con Berlusconi, Renzi attacca la minoranza del partito: "Voglio un accordo ora per non doverlo portare al Governo poi. Ma cambiare le proprie idee sulle riforme perché le condivide Berlusconi è indice di una subalternità culturale allucinante. Io non sono subalterno. E vi ricordo che ora non state votando sulla proposta del segretario, ma su quella che ha avuto 2 milioni di voti alle primarie".

Critico Gianni Cuperlo, avversario di Matteo Renzi alle primarie del Partito Democratico: "Non esiste alcun pregiudizio al tentativo di fare le riforme, ma sul metodo abbiamo dubbi, anche considerando l'iter parlamentare concatenato delle tre riforme impostate da Renzi. Su Senato e Titolo V secondo noi si va nella direzione giusta, ma la proposta di legge elettorale la troviamo non convincente perché non garantisce né rappresentanza né governabilità". Nel dettaglio Cuperlo critica la sogli del 35% per l'attribuzione del premio di maggioranza, giudicandola "troppo bassa" e a rischio di incostituzionalità, spiegando di voler fare una battaglia per salire al 40%; poi attacca l'assenza di preferenze ed i listini bloccati che "concretamente significa che per il ricalcolo dei resti un elettore creda di votare per un candidato inserito nel listino corto ma in realtà contribuisca ad eleggere un candidato sconosciuto. Sulla scelta dei rappresentanti noi abbiamo costruito le nostre battaglie". Infine la chiosa: "Non vorrei che sia ancora la Consulta a dover riscrivere la legge elettorale".

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