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Diocesi di Albenga, rubati i fondi di beneficenza: indagati due sacerdoti

Le indagini della Guardia di Finanza hanno permesso di accertare l’esistenza di un sistema illecito attraverso il quale un milione e 200 mila euro sarebbe stato sottratto dai fondi della diocesi, in particolare il denaro per le adozioni a distanza.
A cura di Biagio Chiariello
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Buchi nelle casse della diocesi di Albenga-Imperia. E’ da questa base che si è sviluppata l’inchiesta sulla Caritas del circoscrizione vescovile ligure che coinvolgerebbe il Direttore pro-tempore don Renato Rosso e l'ex vice-parroco di Ceriale don Carmelo Licciardello. Le indagini coordinate dalla Procura di Savona hanno permesso alla Guardia di Finanza di accertare, tramite perquisizioni in Liguria e in Piemonte e in particolare negli uffici della Caritas Diocesana di Albenga, l'esistenza di un sistema illecito attraverso il quale un milione e 200 mila euro sarebbe stato sottratto dai fondi della diocesi destinati alle iniziative benefiche. In particolari, il denaro per le adozioni a distanza nonché contributi erogati da Enti pubblici per la realizzazione di progetti sociali. A Don Licciardello le Fiamme Gialle avrebbero notificato l'avviso di conclusione indagini, emesso dalla Procura di Savona, per circonvenzione d'incapace e appropriazione indebita. Stando alle accuse, il sacerdote avrebbe approfittato di una anziana in stato di infermità o deficienza psichica per farle compiere numerose donazioni che avrebbero portato profitto all’uomo di chiesa e  ad un danno patrimoniale alla donna. Per questo motivo la GdF avrebbe proceduto, nel settembre 2015, al sequestro preventivo di alcune polizze assicurative per un importo complessivo di circa 70.000 euro.

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