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Danza: Tristano e Isotta irrompono al Teatro Comunale di Ferrara

Nella stagione di balletto del Teatro Comunale di Ferrara, il Ballet du Grand Theatre de Geneve presenta la nuova versione di Tristano e Isotta coreografata da Joelle Bouvier.
A cura di Massimiliano Craus
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Tristano e Isotta, ph. Gregory Batardon
Tristano e Isotta, ph. Gregory Batardon

Il fittissimo cartellone del balletto del Teatro Comunale di Ferrara ha presentato, sin dalla prima rappresentazione del 9 ottobre scorso, un nuovo progetto internazionale orientato sulla valorizzazione della danza del Quebec. Dopo la positiva esperienza della scorsa stagione made in Japan, quest'anno il Quebec coreutico è stato proposto in scena attraverso tre rappresentazioni con altrettanti coreografi di chiara fama quali Helene Blackburn, Marie Chouinard e Daniel Leveille, ricchi antipasti di una stagione variegata e ben proporzionata nel tempo e nei contenuti fino ad aprile inoltrato. Una delle caratteristiche salienti del cartellone ferrarese ci pare senz'altro il frequente richiamo a grandi personaggi o titoli della letteratura, accostando nomi consolidati nella tradizione a coreografie inedite ed audacemente provocatorie, spesso messe in scena dalle maggiori compagnie in giro su e giù per la penisola. Un mix artistico e culturale di sicuro successo, capace di accontentare il palato dei differenti pubblici accorsi sin qui a teatro e, probabilmente, di quelli che saranno chiamati alle prossime rappresentazioni per un massiccio investimento di tredici occasioni di danza e balletto di cui qui se ne propone il programma nei dettagli. Si scriveva dei maggiori ensemble di danza ospiti al Teatro Comunale di Ferrara, di cui ci piace ricordare la Compagnia di Marie Chouinard, la Dancehaus Company, la Dada Masilo The Dance Factory, Aterballetto, Zappalà Danza, il Ballet du Grand Theatre de Geneve e la compagnia residente Collettivo Cinetico. Così come si scriveva di titoli appartenenti alla grande tradizione letteraria consolidata in tutti i tempi, con le proposte de Il pomeriggio di un fauno, La sagra della primavera e L'età dell'oro, al pari di alcuni tra i più conosciuti personaggi della letteratura qui riletti coreuticamente quali Amleto, Carmen, Tristano e Isotta. E proprio del Tristano e Isotta di Joelle Bouvier siamo andati a sbirciare tra le righe, per presentarne la prossima rappresentazione ferrarese del 27 gennaio ad opera dei ventidue interpreti diretti da Philippe Cohen.

Il mito medioevale di Tristano e Isotta: dall'opera di Richard Wagner alla coreografia di Joelle Bouvier

Tristano e Isotta, ph. Gregory Batardon
Tristano e Isotta, ph. Gregory Batardon

L'opera lirica di Richard Wagner dedicata a Tristano e Isotta risale al 1859 ed è stata senz'altro la pietra miliare dell'arte visiva dedicata al mito medioevale di Gottfried Strabburg. Nell'opera wagneriana e nel libro del tempo prende il sopravvento l'adulterio di Isotta, moglie del re Marco di Cornovaglia ed amante del protagonista guerriero Tristano. Le intricate vicende di amori e fughe consegnano alla storia un sentimento impossibile, costringendo i due amanti ad un turbinio di passioni, invidie ed inganni fino all'epilogo doloroso della morte di lui e, subito dopo, di lei. Il direttore generale del Grand Theatre de Geneve Tobias Richter ed il direttore del corpo di ballo Philippe Cohen hanno così sintetizzato il loro Tristano e Isotta:

questo titolo è uno dei grandi miti della letteratura medievale dove l'Amore, inevitabile, è al contempo devastante e liberatore. Le sofferenze e gli antagonismi trovano soluzione nella notte, nella morte. L'odio affianca la passione estrema e la musica, capolavoro del teatro musicale tedesco, riunisce gli amanti.

La compagine svizzera, ospite del Teatro Comunale di Ferrara, sottotitola il Tristano e Isotta con l'esclamazione "Salutami il mondo!", quasi a rendere ancor più universale una storia ed un mito così struggente. In questi termini la drammaturgia di Daniel Dollé e la coreografia di Joelle Bouvier mostrano il fianco al divampare della narrazione, ricostruendo il titolo con colori blu e rossi così sgargianti e vivissimi, in magnifico contraltare con i temi medioevali e wagneriani della notte e della morte. Qui le scene di Emilie Roy, i costumi di Sophie Hampe  e le luci di Renaud Lagier chiudono il cerchio di un'opera in danza degna dei maggiori cartelloni italiani. Ennesima rilettura del Tristano e Isotta, titolo buono per tutte le stagioni.

Ballet du Grand Theatre de Geneve
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