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Daniela Poggiali, ex infermiera di Lugo: “Non sono un’assassina. Rivoglio il mio lavoro”

La 45enne, assolta dall’accusa di aver ucciso un’anziana paziente, ha parlato in tv anche dei famosi scatti in cui la si veda accanto ad una paziente appena deceduta: “Sono foto immorali che mi sono costate già il licenziamento. Ora rivoglio il mio posto di lavoro”.
A cura di Biagio Chiariello
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 "Voglio tornare a fare il mio lavoro, se mi verrà data la possibilità di farlo". Daniela Poggiali, ex infermiera dell'ospedale di Lugo (Ravenna), ha concluso con queste parole la prima puntata della nuova stagione di "Mattino Cinque", sulle reti Mediaset. Assolta a luglio dall’accusa di omicidio di una paziente che le era costata la condanna in ergastolo in primo grado, la donna ha ammesso che quegli scatti che la ritraggono sorridente accanto ad una anziana paziente appena morta, sono "brutti e irrispettosi, immorali, per i quali però ho già pesantemente pagato con il licenziamento nel posto di lavoro”.

La Poggiali nel 2014 la donna era stata accusata di aver ucciso una paziente di 68 anni con un'iniezione di cloruro di potassio, ma erano stati proprio quelle foto a renderla tristemente famosa. Condannata all'ergastolo in primo grado, è stata recentemente assolta in corte d'Assise. Oggi si collegata in diretta dallo studio del suo avvocato, Lorenzo Valgimigli di Faenza, presentandosi con una stravagante chioma fucsia: "Mi sono tinti i capelli così perché dopo 1003 giorni di carcere sentivo il bisogno di cambiare” spiega. Quindi ha assicurato di voler guardare avanti:  “Mi sono scusata tramite il mio avvocato con i famigliari della signora, di più non posso fare se non dire che in un particolare contesto lavorativo, dove io lavoravo in quel periodo, molto stressante soprattutto a livello emotivo, dove sei sempre a contatto con la morte, la sofferenza tutti i giorni e il dolore, si può fare un atto che sembra stupido, immorale, irrazionale ma non c'è niente di malvagio come hanno voluto far passare”.

E ancora: “Li ho riguardati tante volte quegli scatti, sono stati fatti così, in un momento in cui io scherzavo con la mia collega, lei scherzava con me. Non ci siamo rese conto neanche noi che stavamo facendo una cosa brutta. Non è un'abitudine scherzare – ha aggiunto la Poggiali – però quando fai una professione infermieristica e medica devi comunque cercare un modo per allontanare un po' il dolore, per non portartelo sempre dietro e a casa, perché altrimenti rischi di essere sopraffatto da questo dolore".

Poi in merito alla sentenza d’assoluzione: "Io non ho ucciso Rosa Calderoni e la corte d'Appello di Bologna mi ha assolto perché il fatto non sussiste”, ha affermato la 45enne, spiegando che i giudici della Corte di Appello di Bologna hanno detto "non che la Poggiali Daniela non ha commesso l'omicidio presunto di Rosa Calderoni, ma che il fatto non sussiste perché Rosa Calderoni è morta di morte naturale, come io ho sempre detto mentre ero in carcere. E vorrei finalmente che la gente capisse questo e non mi collegasse sempre al fatto di quei due scatti fotografici".

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