Crisi: impennata di suicidi nel 2013, uno ogni due giorni e mezzo
Nel corso del 2013 sono state complessivamente 149 le persone che si sono tolte la vita in Italia per motivazioni economiche o comunque riconducibili alla crisi economica che ha colpito il Paese, in forte aumento rispetto alle 89 del 2012. Un dato allarmante che significa un suicidio ogni due giorni e mezzo per colpa della crisi. È quanto emerge dai recenti dati diffusi da Link Lab, il Laboratorio di ricerca socio-economica dell'Università degli Studi Link Campus University che da oltre due anni sta studiando il fenomeno. Secondo i dati dello studio, l'anno scorso tra le persone che si sono tolte la vita per motivi economici uno su due era imprenditore, ma in un anno è raddoppiato anche il numero dei disoccupati suicidi ed è triplicato quello degli occupati, spesso stretti nella morsa dei debiti. In particolare il 40% dei suicidi registrati nel 2013 è avvenuto nell’ultimo quadrimestre. Infatti dopo i mesi estivi, il numero dei suicidi per ragioni economiche è tornato a salire vertiginosamente tra autunno e inverno.
Aumentano anche i tentativi di suicidio per crisi
Il fenomeno purtroppo non ha differenze geografiche visto anche che il problema interessa ormai strati sempre più ampi della popolazione. Persino al Sud, dove storicamente il tasso dei suicidi è sempre stato più basso rispetto alla media nazionale, vi è stato un allarmante aumento nel corso del 2013. Il numero più alto si è registrato comunque nel Nord-Ovest che ha visto triplicato il numero delle vittime, a seguire le regioni centrali e il Nord-Est. Il principale motivo di suicidio è la mancanza di denaro o una situazione debitoria insanabile, seguono la perdita del posto di lavoro e i debiti verso l'erario. Preoccupante e significativo infine anche il numero dei tentati suicidi. L'anno scorso infatti sono state 86 le persone che hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica contro i 48 casi complessivi registrati nel 2012.
