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Crisi di governo: dal Cyberbullismo alla giustizia penale, le leggi che rischiano l’oblio

L’ipotesi elezioni anticipate mette a serio rischio il percorso parlamentare di numerosi disegni di legge, ad esempio la legalizzazione della Cannabis, lo Jus Soli e la riforma della giustizia. Che fine faranno questi ddl? Sopravviveranno alla crisi di governo oppure verranno definitivamente relegati nel dimenticatoio?
A cura di Charlotte Matteini
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Le dimissioni anticipate di Matteo Renzi presentate in seguito alla schiacciante vittoria del fronte del No al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre non pone in bilico solo le sorti dei componenti dell'Esecutivo Renzi, ma anche numerose proposte di legge che in questi ultimi 3 anni hanno cominciato l'iter per l'approvazione non ancora conclusosi. Che fine faranno? Sopravviveranno alla crisi di governo oppure verranno definitivamente relegate nel dimenticatoio? Sicuramente questa situazione non riguarderà la legge di bilancio, tanto che il presidente della Repubblica ha rimandato l'ufficializzazione delle dimissioni fino all'approvazione della stessa, per non compromettere ulteriormente la situazione. Nel calderone delle proposte solo parzialmente approvate o in discussione nelle due Camere ci sono numerosi disegni di legge che potrebbero saltare, ad esempio la legalizzazione della Cannabis, la riforma della giustizia, il ddl sul Cyberbullismo e lo Jus Soli.

La riforma della giustizia e del processo penale, per esempio, attesa da tempo e calendarizzata per il 7 dicembre in Senato rischia seriamente di saltare. Il disegno di legge prevedeva numerosi cambiamenti alle norme relative alla prescrizione e all'utilizzo delle intercettazioni, oltre a una serie di correttivi e l'inasprimento delle pene per il reato di scambio elettorale politico-mafioso (reclusione da sei a dodici anni, in luogo della pena attuale da quattro a dieci anni) e per alcuni reati contro il patrimonio (furto in abitazione e con strappo, furto aggravato, rapina). Il testo, già approvato alla Camera, difficilmente verrà discusso e approvato entro la fine dell'anno come inizialmente previsto e la discussione potrebbe essere rinviata dopo le elezioni.

Il disegno di legge per la legalizzazione della Cannabis è quello che probabilmente maggiormente subirà le conseguenze della crisi di governo. La proposta di legge avanzata da un intergruppo composto da oltre 100 parlamentari di ogni schieramento ha fatto un breve passaggio alla Camera per poi essere nuovamente rimandato in commissione. Le opposizioni hanno duramente contrastato la proposta, che al momento rischia davvero di essere affossata da eventuali elezioni anticipate. Al momento depositata in Parlamento resiste ancora la legge di iniziativa popolare proposta dai Radicali, presentata e mai discussa dalle Camere, che rimarrebbe valida per un'ulteriore legislatura. Le leggi di iniziativa popolare, però, non hanno l'obbligo di essere discusse in Parlamento e nel corso degli ultimi 40 anni circa solo 3 proposte di legge su 260 sono state approvate.

Il ddl sul Cyberbullismo per la tutela dei minori e il contrasto al fenomeno del bullismo su Internet, approvato con 242 voti favorevoli alla Camera lo scorso settembre, sembrava essere destinato a una celere approvazione, nonostante le proteste delle opposizioni per gli emendamenti che hanno esteso le norme anche ai maggiorenni. Con la crisi di governo e il raffreddamento dell'opinione pubblica sul tema, anche questa proposta di legge rischia di cadere nel dimenticatoio e di non venire mai alla luce. La discussione non è ancora stata calendarizzata e la legge giace in Commissione al Senato per emendare il testo originario.

La proposta di legge sullo Jus Soli, dichiarata prioritaria dal Governo Renzi, giace in Senato da oltre un anno. Il ddl si prefigge l'obiettivo di concedere il diritto di cittadinanza ai figli di genitori stranieri nati su suolo italiano, ma la proposta, nonostante sia stata approvata in prima lettura nell'ottobre 2015, è duramente avversata dalle opposizioni e dopo la discussione parlamentare non è mai arrivata a Palazzo Madama.

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