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Cpl Concordia, un testimone: “Anche ministri nella rete del manager”

Nell’inchiesta sulle tangenti pagate dalla Cpl Concordia c’è un nuovo testimone che ha fornito elementi importanti ai pubblici ministeri rivelando come nella rete di Francesco Simone ci fossero “ministri, politici e amministratori pubblici”.
A cura di Susanna Picone
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Spunta un altro testimone nell’inchiesta sulle tangenti che sarebbero state pagate dalla Cpl Concordia per aggiudicarsi appalti pubblici e anche per orientare nomine e controllare l’affidamento degli incarichi. Si tratta di un manager della cooperativa modenese che ha fornito elementi importanti ai pubblici ministeri rivelando come nella rete di Francesco Simone, il consulente che ha iniziato a collaborare dopo l’arresto di una settimana fa, ci fossero “ministri, politici e amministratori pubblici”. Sarebbe stato proprio lui il perno dei rapporti con le istituzioni. Come scrive il Corriere.it, era il 28 giugno dello scorso anno quando i pm Woodcock e Carrano interrogano Diego Solari, responsabile commerciale della Cpl. Lui dice di essere stato colui che ha presentato Simone al presidente Roberto Casari:

Tra i due si è stabilito un rapporto strettissimo dal quale io in qualche modo sono rimasto fuori. Lo presentai a Casari quando la Cpl voleva affermarsi in Tunisia, i due ‘si innamorarono’, poi Simone fece aprire alla Cpl un ufficio a Roma. Simone mi fu presentato da Saro Munafò, ex segretario del ministro Claudio Martelli. Simone mi ha sistematicamente ‘bypassato’ e per questa ragione ho gettato la spugna. Posso dire che da quando è diventato consulente lo spettro dei rapporti istituzionali della Cpl si è molto allargato. Simone nasce come segretario di Bobo Craxi. La Cpl è una realtà commerciale molto radicata politicamente, soprattutto in un certo contesto. Rimasi molto sorpreso nel vedere che loro della Cpl dialogavano con ministri, politici e amministratori a tutti i livelli. Gli incarichi di consulenze non passano dal consiglio di amministrazione ma vengono conferiti direttamente dal presidente o dal vicepresidente.

In una intercettazione ambientale del 25 febbraio 2014 i carabinieri scrivono inoltre che Simone riferisce che a Tunisi ha un ufficio, che era diventato “l’italiano più potente giù”, che “avevo tutta Finmeccanica”. I magistrati sono convinti che i fondi neri per il pagamento delle tangenti vengano accumulati anche grazie a operazioni effettuate da Simone in Tunisia. Simone sarebbe stato in grado di orientare persino le nomine all’Ama, la municipalizzata del Comune di Roma per la raccolta dei rifiuti. I carabinieri del Noe inseriscono inoltre nella sua rete il generale della Guardia di Finanza – che però nega di averlo mai conosciuto – risultato in ottimi rapporti con i collaboratori più stretti del premier Matteo Renzi. Agli atti ci sono le telefonate con Dario Nardella, sindaco di Firenze, mentre parlano della nomina del nuovo comandante delle Fiamme Gialle. L’11 febbraio 2014 Simone e Maurizio Rinaldi, presidente del consiglio di amministrazione della Cpl, “parlano dell’interessamento di Giulio Tremonti nella trasformazione della Cpl distribuzione in una società per azioni”. “Gli interlocutori discutono per organizzare un incontro con il professore a Roma, scrivono gli investigatori.

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