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Cisgiordania, famiglia israeliana colpita in auto: morti marito e moglie, salvi 4 bimbi

L’esercito israeliano parla di atto terroristico e ha scatenato una caccia all’uomo in tutta la zona.
A cura di Antonio Palma
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Una famiglia israeliana che viaggiava in auto nei pressi di alcuni insediamenti ebraici non lontano da Nablus, in Cisgiordania, è stata crivellata di colpi ieri in quello che a detta di un portavoce dell’esercito di Tel Aviv è stato un attacco terroristico. Nell'agguato sono morti marito e moglie entrambi 30enni, mentre si sono salvati i loro quattro figli che erano sul sedile posteriore, un neonato di 4 mesi, e i tre fratellini maggiori che hanno un'età compresa tra i 4 e i 9 anni. Le vittime, Eitam e Naama Henkin, lasciano sei figli due dei quali non erano con loro. L'episodio è avvenuto sulla strada tra i due insediamenti di Alon Moreh e Itamar in Cisgiordania, già luogo nei mesi scorsi di altri incidenti. Secondo il personale medico intervenuto sul posto, il corpo dell’uomo era "sull’asfalto crivellato di colpi", mentre quello della donna "dentro la vettura con molti colpi nella parte alta del corpo". Una circostanza che fa supporre che l'auto sia stata colpita da breve distanza.

Le forze di sicurezza israeliane hanno immediatamente scatenato una caccia all’uomo nell’area di Nablus facendo intervenire sul posto altri soldati nella ricerca degli autori dell’attentato e di eventuali complici.  Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’auto sarebbe stata colpita da più armi contemporaneamente, sia da pistole che da fucili. Dopo l'agguato gli aggressori sarebbero fuggiti in auto verso il vicino villaggio palestinese di Furik a Est di Nablus. L'episodio rischia di aggravare la già difficile situazione nell'area visto che Hamas, citato dai media israeliani, ha già plaudito l’attacco mentre il ministro della cultura israeliano Miri Regev e quello dell’agricoltura Uri Ariel, entrambi di destra, hanno addossato la responsabilità dell’accaduto all’istigazione da parte del presidente palestinese Abu Mazen.

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