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“Chi vota Sì sbaglia, come i repubblichini”: bufera sul presidente del foro di Bologna

Il giudice Francesco Caruso, in un post sulla sua pagina Facebook ripreso successivamente dalla Gazzetta di Reggio, ha creato un vero e proprio putiferio accostando i repubblichini ai sostenitori del sì alla riforma costituzionale. A seguito delle polemiche, il Comitato di presidenza del Csm ha dato mandato al procuratore generale della Cassazione di occuparsi del caso del presidente del Tribunale di Bologna affinché valuti se ci sono gli estremi per un eventuale trasferimento d’ufficio per incompatibilità funzionale.
A cura di Charlotte Matteini
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francesco caruso

Il presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso, scende in campo e sostiene pubblicamente il fronte del No al referendum del prossimo 4 dicembre con un endorsement un po' atipico, che ha finito per provare una vera e propria bagarre, con tanto di intervento del Consiglio superiore della Magistratura. "Una maggioranza spuria e costituzionalmente illegittima non può cambiare la costituzione trasformandone l'anima, rubando la democrazia ai cittadini- attacca Caruso- e non basta il plebiscito dell'eventuale vittoria del Sì a sanarne i vizi di legittimità. I sinceri democratici che credono al Sì riflettano. Nulla sarà come prima e voi sarete stati inesorabilmente dalla parte sbagliata, come coloro che nel '43 scelsero male, pur in buona fede", ha dichiarato ieri Caruso su Facebook, post ripreso dalla Gazzetta di Reggio, scatenando un vero e proprio putiferio e incassando il sostegno del Movimento 5 Stelle. Non pago delle polemiche, il presidente del Tribunale di Bologna ha confermato "integralmente il contenuto" del suo intervento, precisando però che si trattava di un "testo privato scritto sulla propria pagina Facebook e non destinato alla pubblicazione sul giornale".

"Con la riforma non avremo più una costituzione ma un atto di forza. E chi vorrà spiegare la riforma ai ragazzi, dovrà dire che questa riforma è fondata sui valori ‘del clientelismo scientifico e organizzato', del voto di scambio, della corruzione e del trasformismo, con un governo che lega le provvidenze a questo o a quello al voto referendario e si avvera la profezia dell'ideologo leghista Gianfranco Miglio, che nel 1994 proponeva una riforma che costituzionalizzasse le mafie, approvata col 50,1% perché la costituzione altro non sarebbe che la legge che la maggioranza impone alla minoranza e che fa rispettare schierando la polizia nelle piazze. Temo che siamo incredibilmente vicini a quel momento. La costituzione era basata sui valori della Resistenza. L'abbiamo detto e ripetuto fino a trasformare la frase in una giaculatoria nella quale molti non credono più", ha proseguito il giudice.

"Il ventennio berlusconiano con i suoi veleni è penetrato in profondità, tanto che chi si batteva e votava No nel 2006 ora non può giustificare il suo Sì a una riforma peggiore dell'altra che almeno era coerente. Il mondo era già cambiato nel 2006, ma non impedì di lottare contro la riforma Berlusconi. A cosa attribuire ora questo voltafaccia? I vecchi democratici sostenitori del Sì subiscono una mutazione antropologica che li fa ora altri da noi, rimasti fedeli ai valori democratici dell'unica vera legittima costituzione. Credo che lo spirito inclusivo della costituzione imponga nei momenti di crisi costituzionali di stare con chi tatticamente lavora per salvare la costituzione. Meloni e Salvini culturalmente, ideologicamente e politicamente dovrebbero stare col sì. L'insipienza politica di Renzi li ha portati col no. La costituzione ringrazia e pur di salvarla starei col diavolo e so che dopo ritorneranno ad essere altro da noi. D'altra parte la nostra costituzione si può permettere anche costoro. Non so quanto l'altra sarà in grado di tollerare la parte di democrazia residua".

Il post di Caruso ripreso dalla Gazzetta di Reggio ha scatenato un putiferio politico: i parlamentari del Partito Democratico si sono detti indignati e hanno attaccato duramente il presidente del tribunale di Bologna. "Le affermazioni di Caruso sono gravissime, ancora di più se pensiamo che l'autore è presidente del tribunale di Bologna. Offese e veri e propri deliri che non dovrebbero appartenere ad un uomo di legge", ha commentato il presidente della commissione cultura del Senato Andrea Marcucci. Quanto al Movimento 5 Stelle, Caruso ha incassato il pubblico sostegno del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che ha dedicato alla vicenda un post sulla sua pagina Facebook: "Una riforma figlia della corruzione. E chi vorrà spiegare la riforma ai ragazzi, dovrà dire che questa riforma è fondata sui valori ‘del clientelismo scientifico e organizzato', del voto di scambio, della corruzione e del trasformismo". Queste sono le parole del presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Caruso. Noi del MoVimento 5 Stelle ve lo avevamo detto, lo sosteniamo da tanto tempo: questa riforma creerà più corruzione. #iodicono".

Al momento non è dato sapere come si concluderà la vicenda per Francesco Caruso, quel che è certo è che il Comitato di presidenza del Csm ha dato mandato al procuratore generale della Cassazione di occuparsi del caso del presidente del Tribunale di Bologna affinché valuti se ci sono gli estremi per un eventuale trasferimento d'ufficio per incompatibilità funzionale.

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