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Catania, arrestato il boss latitante Nuccio Mazzei: il suo idolo era Scarface (VIDEO)

Il boss è stato scovato all’interno di una villetta dotata di tutti i comfort: era in compagnia della moglie e del cane, Michael. Il suo idolo era Scarface ed era già riuscito a sfuggire all’arresto un anno fa: irreperibile dall’aprile 2014, è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni e traffico illecito di sostanze stupefacenti.
A cura di Fabio Giuffrida
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E' stato catturato a Ragalna, in provincia di Catania, il super latitante di Cosa Nostra Sebastiano Mazzei: l'uomo, boss dei Cargagnusi, si nascondeva in una villa – in affitto – dotata di tutti i comfort, insieme alla moglie e al cane. Aveva con sé alcuni telefoni e nella camera da letto teneva, sotto il materasso, a portata di mano, un'accetta. Ad ammanettare Mazzei sono stati gli uomini della Squadra Mobile di Catania diretta da Antonio Salvagno, i quali hanno condotto un'attenta attività investigativa durata mesi e rivelatasi alla fine fruttuosa. Sebastiano Mazzei era riuscito a sfuggire all'arresto un anno fa in seguito all'operazione "Scarface". Stamattina, invece, all'atto dell'irruzione non ha opposto alcuna resistenza (come mostra il video in apertura, ndr): all'operazione hanno partecipato 50 uomini che hanno circondato la villa per imperdine ogni possibile fuga.

Il 43enne è anche conosciuto come “Nucciu ‘u carcagnusu” ed è l'attuale boss dell'omonima cosca mafiosa. "Figlio d'arte", suo padre è Santo Mazzei, 62enne ergastolano, detenuto dal novembre del 1992 in regime di 41bis. Anche lui era stato arrestato dalla Squadra Mobile, dopo un periodo di latitanza, a bordo di un'autovettura guidata dal fidato Girolamo Rannesi mentre percorreva una strada nel territorio di Ragalna. In quell'occasione Mazzei fu trovato in possesso di un revolver 357 magnum. Sebastiano Mazzei, dunque, ha nel curriculum criminale una lunga militanza nell'organizzazione mafiosa capeggiata dal padre e riconducibile storicamente a Cosa Nostra palermitana. Fu, infatti, il super boss corleonese Leoluca Bagarella a volere che Santo Mazzei diventasse uomo d'onore.

Irreperibile dall'aprile 2014, è destinatario di due distinte ordinanze di custodia cautelare per associazione per delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni e traffico illecito di sostanze stupefacenti. Sebastiano Mazzei – che annovera diversi precedenti anche da minorenne – già nel 1998 si era reso latitante dopo esser sfuggito alla cattura nell'ambito dell'operazione "Orione" in quanto accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso perché ritenuto associato alle organizzazioni criminali dirette una da Vitale Vito e un'altra da Santo Mazzei. Grazie alle alleanze con le famiglie palermitane, la cosca Mazzei, detta dei Carcagnusi, si è affermata nel territorio catanese ed in provincia, con attività criminali che spaziano dal traffico della droga alle estorsioni.

L'idolo di Sebastiano Mazzei era Scarface al punto che il cane, a cui era particolarmente legato, era stato chiamato Michael, in ricordo di Michael Corleone. La Squadra Mobile è arrivata a lui seguendo alcuni soggetti che avrebbero potuto avere contatti con il boss il quale non possedeva, stando alle prime indiscrezioni, fucili o pistole. Anzi, abitava in una zona residenziale, all'interno di una villetta ben nascosta, in un vicolo cieco.

Sindaco di Catania: "Uno scacco alla criminalità mafiosa""E' un risultato che rappresenta uno scacco alla criminalità mafiosa perché colpisce lo zoccolo duro di Cosa nostra […] Voglio ricordare – ha aggiunto Enzo Bianco come uno dei primi processi di mafia in cui il Comune di Catania si costituì parte civile, fu appunto quello contro gli affiliati del clan Mazzei. E quando, nel gennaio scorso, venne sequestrato al clan un patrimonio di otto milioni di euro, annunciammo che avremmo chiesto un risarcimento per i danni morali e di immagine subiti dalla Città di Catania in tutti questi anni a causa dei crimini commessi".

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