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Case popolari in cambio di favori: indagati il sindaco di Lecce Perrone e l’ex ministro Poli Bortone

Un’inchiesta condotta dalla Procura di Lecce e nata da un esposto presentato dal Pd avrebbe portato alla scoperta di un sistema poco trasparente per l’assegnazione degli alloggi popolari. Le indagini, al momento, coinvolgono l’ex ministro ed ex sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone e il deputato di Cor Roberto Marti.
A cura di Charlotte Matteini
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paolo perrone

Un terremoto giudiziario che potrebbe deflagrare proprio a ridosso delle elezioni comunali, che si svolgeranno tra pochi mesi. Un'inchiesta della Procura di Lecce, nata da un esposto presentato dal Partito Democratico locale, avrebbe scoperchiato l'esistenza di un sistema di assegnazione degli alloggi popolari del territorio poco trasparente e basato su presunti favoritismi. L'ipotesi di reato, sulla quale gli inquirenti stanno ancora indagando, sostanzialmente sostiene che l’assegnazione degli alloggi popolari di Lecce sia "stata improntata a criteri poco trasparenti e dettata da favoritismi più che dal rispetto delle regole, con una serie di atti pilotati in favore di elettori del centrodestra", ovvero secondo quanto sostengono le iniziali ipotesi, qualcuno sarebbe stato favorito ottenendo l'alloggio popolare senza essere in possesso dei requisiti necessari. Le indagini, basate sugli atti relativi al periodo compreso tra il 2006 e il 2016, condotte dal Nucleo di polizia tributaria e coordinate dai sostituti procuratori Massimiliano Carducci e Roberta Licci, hanno portato all'emissione di 46 richieste di proroga dei termini delle indagini preliminari e tra gli indagati figurerebbero, come riportato da Repubblica, nomi eccellenti, come quello dell'attuale sindaco Paolo Perrone, l'ex prima cittadina ed ex ministro Adriano Poli Bortone, il deputato di Conservatori e Riformisti Roberto Marti e gli attuali componenti della giunta Nunzia Brandi e Damiano D'Autilia.

L'inchiesta sulla quale sta lavorando la procura di Lecce è nata da numerosi esposti presentati da diversi esponenti del Partito Democratico nel corso degli anni. Nel 2012 l'assessore regionale alle Attività economiche e candidato sindaco Loredana Capone presentò si presentò in procura per denunciare l'esistenza di "un contesto elettorale a rischio", spiegando che nel territorio di Lecce le case popolari venivano assegnate senza seguire il protocollo tradizionale, ma in maniera illecita. Qualche anno dopo anche il viceministro Teresa Bellanova e il parlamentare del Pd Salvatore Capone sporsero denuncia, recapitando ai magistrati un dossier dedicato proprio a questo meccanismo di assegnazione delle case popolari.

Al vaglio degli investigatori, riporta Repubblica, ci sarebbero anche le testimonianze di alcuni inquilini, i quali confermerebbero le accuse mosse dagli esponenti del Partito Democratico e raccontano di richieste di mazzette per il mantenimento dell'assegnazione della casa popolare, di numerose visite nel corso delle campagne elettorali e altri numerosi presunti illeciti. I reati contestati a vario titolo dagli inquirenti vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione, abuso d’ufficio, falso materiale e ideologico, truffa.

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