4 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Caos di piazza San Carlo a Torino, ecco i verbali dei vigili: “Forse c’è uno con un mitra”

Il pubblico ministero ha acquisito le annotazioni della polizia municipale, da cui si evince non solo che l’allarme per la presenza di bottiglie di vetro in piazza era stato lanciato molto prima del fischio d’inizio della finale di Champions tra Juve e Real Madrid, ma che poco chiara appare anche la questione legata alle vie di fuga.
A cura di Ida Artiaco
4 CONDIVISIONI
Caos a piazza San Carlo a Torino dopo il falso allarme bomba (Getty).
Caos a piazza San Carlo a Torino dopo il falso allarme bomba (Getty).

A più di dieci giorni dai fatti di piazza San Carlo a Torino, quando lo scorso 3 giugno, durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, è scoppiato il panico tra i tifosi davanti al maxischermo in seguito a un falso allarme bomba, continuano le indagini della procura del capoluogo piemontese per capire cosa realmente sia successo dalle 22:10 di quel sabato sera. Molti ancora i punti da chiarire e le domande a cui dare risposta. Chi o cosa ha fatto scattare il panico? Perché i controlli, a detta dei testimoni, sono stati carenti? E soprattutto, era possibile evitare gli oltre 1500 feriti, di cui almeno tre, fino a qualche giorno fa, erano in bilico tra la vita e la morte?

Il pubblico ministero che si sta occupando del caso ha raccolto, proprio per risolvere questi quesiti, le annotazioni e le schede di intervento della polizia municipale, operativa la sera del big match di Champions League, che ora sono così al vaglio degli inquirenti. Dalle informazioni ricevute, derivano una serie di contraddizioni che le autorità avranno il compito di chiarire per fare luce sull'intera vicenda.

Il nodo di venditori ambulanti e bottiglie di vetro in piazza

In particolare, pare che un primo allarme sia stato lanciato dai vigili già nella notte tra il 2 e il 3 giugno, quindi almeno una ventina di ore prima che in piazza San Carlo scoppiasse il caos, per la presenza non consentita di furgoni per la vendita di panini. A questi sono state fatte anche delle contravvenzioni, ma la loro presenza è segnalata fino alla fase successiva del fuggi fuggi generale. Quando la folla si riverserà nelle vie laterali in cerca di soccorsi, "Px17" annota, alle 00.23: "Blocco della via XX Settembre – Palazzo di Città causa mezzo paninaro bloccato. La pattuglia fa invertire i veicoli bloccati, contromano in via palazzo di Città". Eppure la loro presenza, così come la vendita di bottiglie di vetro, responsabile del 90% dei ferimenti, non era consentita.

Ancora, sempre in relazione alle polemiche sui rifiuti lasciati in piazza, già alle 18:56 di sabato 3 giugno un vigile ha annotato sulla propria scheda di intervento: "Questura ordine pubblico richiede attivazione varchi agli ingressi sia di San Carlo che parco Dora per le bottiglie di vetro il cui accesso nell'area è vietato". Un secondo appello, questa volta all'Amiat, l'ente che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti di Torino, è partito alle 19:58: "Dato nota a dirigente di turno…che la questura ordine pubblico sollecita rimozione di cocci di bottiglia dalla piazza che sono in quantità notevoli". Una terza sollecitazione arriverà pochi minuti prima del fischio di inizio. Perché, allora, nessuno è intervenuto per rimuovere quella immondizia nonostante sia stata segnalata più volte dalle autorità competenti?

Le vie di fuga insufficienti

Tra le tante testimonianze raccolte dopo i disordini del 3 giugno, molte raccontano della presenza di vie di fuga insufficienti. Alle 17:17 di sabato i vigili recepiscono l'avviso del geometra competente che "comunica su richiesta del funzionario che sono state spostate 35 transenne da piazza Castello a piazza San Carlo", con conseguente chiusura di via Roma da Carlo Felice e da Arcivescovado". Purtroppo, proprio quelle transenne rappresenteranno per molti tifosi in preda al panico una vera e propria trappola. Buttate giù nel corso della fuga, creeranno anche un rumore che scatenerà un altro momento di psicosi collettiva.

"Omega 3 dice che forse c'è uno con un mitra"

Infine, il movente di quel caos infernale. Alle 22.22, poco dopo che la piazza ha cominciato improvvisamente a svuotarsi, è scritto su una scheda: "Omega 3 riferisce che forse c’è una persona con un mitra. Molte persone ferite dovute a cadute causa spintonamenti". Ancora, pochi minuti dopo, intorno alle 22:25, si specifica: "Un ragazzo urlava dicendo che c'era una persona con un mitra". Il resto è storia. In quella calca, saranno più di 1500 le persone ferite, tre delle quali in gravi condizioni. Tra di loro, anche il piccolo Kelvin, 7 anni, che dopo essere stato in coma per qualche giorno, sta meglio ed è tornato a casa. Intanto, le indagini continuano.

4 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views