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Grizz, il cane che corre in aeroporto ucciso dalla polizia

Grizz, un cucciolo di cane anti-bomba di 10 mesi, era fuggito sulle piste di atterraggio causando ritardi nei voli. L’uccisione ha suscitato molte polemiche.
A cura di Susanna Picone
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Un cane addestrato per localizzare gli ordigni esplosivi ha creato per qualche ora il caos sulle piste dell’aeroporto di Auckland, in Nuova Zelanda, tanto che alla fine la polizia, per risolvere il “problema”, ha abbattuto il cucciolo scatenando la reazione indignata dell’opinione pubblica. Il cane, che aveva dieci mesi e si chiamava Grizz, a quanto pare era riuscito per ragioni non chiare a sfuggire al suo addestratore mentre stava salendo sul furgone. In quel momento era aperto il cancello che porta sulle piste e il cane è scappato e si è nascosto per un paio di ore. Una volta localizzato, non si sarebbe lasciato avvicinare e poi avrebbe iniziato a correre attraverso le piste dell’aeroporto costringendo la torre di controllo a bloccare il decollo e l’atterraggio di 16 voli, con conseguenti ritardi su tutta la tabella dei voli. Dall'aeroporto, secondo quanto si legge sui media locali, hanno fatto sapere di aver tentato in ogni modo di riacciuffare Grizz, ma alla fine la polizia ha aperto il fuoco e l’ha ucciso.

Polemiche per la morte di Grizz – “Abbiamo esaurito ogni alternativa possibile e non riuscivamo ad acchiapparlo”, ha detto un portavoce dell’aeroporto di Auckland secondo cui il cane non è stato semplicemente addormentato perché non c’erano pistole narcotizzanti in aeroporto e nemmeno la polizia le aveva. In rete e in particolare sulla pagina Facebook dell’aeroporto di Auckland, non appena si è diffusa la notizia, sono stati pubblicati centinaia di post di rabbia e condanna per l’uccisione del cucciolo mentre l’organizzazione per i diritti degli animali Safe ha scritto di essere “allibita dall’inutilità dell’abbattimento del cane”. “Se l’aeroporto non aveva una pistola narcotizzante, poteva molto semplicemente prenderla in prestito dallo Zoo di Auckland”, ha commentato un portavoce sul New Zealand Herald.

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