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Bus studentesse Erasmus: accolto il ricorso famiglie vittime, ci saranno nuove indagini

Nel drammatico incidente in Spagna morirono 13 ragazze, tra cui 7 italiane. Con una inversione di rotta la giustizia catalana ha deciso di riaprire l’indagine annullando l’archiviazione che aveva suscitato indignazione fra le famiglie delle vittime.
A cura di Susanna Picone
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Ci saranno nuove indagini sulla tragedia del bus registrata in Catalogna lo scorso 20 marzo, quando tredici studentesse tra cui sette italiane persero la vita. Il tribunale spagnolo di Amposta ha deciso di riaprire l'investigazione penale sull'incidente del bus Erasmus accettando il ricorso contro l'archiviazione disposta lo scorso novembre. Un nuovo giudice prenderà in mano il fascicolo e interrogherà l’autista del pullman, rimasto gravemente ferito nell’incidente e mai ascoltato in via ufficiale dal precedente magistrato. La decisione di archiviare il caso aveva provocato le reazioni indignate delle famiglie delle vittime, che avevano appunto presentato ricorso. La magistrata aveva allora escluso che l'autista del bus delle studentesse Erasmus potesse avere avuto alcuna “responsabilità cosi grave da essere punita penalmente” e aveva rinviato le parti a un procedimento civile. Il nuovo magistrato ha invece definito “essenziale” che l'autista venga ascoltato per valutare una “eventuale responsabilità penale”.

La notizia della riapertura del caso accolta con soddisfazione dalle famiglie delle vittime – Il pullman aveva portato gli studenti da Barcellona a Valencia per assistere alla tradizionale festa dei fuochi delle Fallas e aveva fatto andata e ritorno in 24 ore viaggiando di notte fino al terribile schianto sull’autostrada che collega le due città. L’autista dopo l’incidente aveva ammesso ai soccorritori di essersi addormentato alla guida ma poi, appunto, non è più stato ascoltato. Il nuovo gip, motivando la decisione di riaprire l’inchiesta, ha ricordato che il colpo di sonno al volante è stato “considerato in diverse sentenze in Spagna guida temeraria” punibile per legge. La notizia della riapertura delle indagini è stata accolta con soddisfazione dalle famiglie delle ragazze morte in Spagna. L’avvocato spagnolo delle famiglie delle vittime ha parlato di “una buona notizia”. “Ora spero che l’inchiesta chiarisca tutto. Non è stata una tragedia casuale, ma nata da un viaggio organizzato in modo demenziale, perché imponeva una tabella di marcia massacrante: in 24 ore lo stesso conducente doveva guidare per 350 km all’andata e 350 km al ritorno”, ha commentato tra gli altri il papà di Francesca Bonello, una delle studentesse italiane morte nello schianto.

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