Brasile, scandalo carne avariata: è stop delle importazioni. Come risponde l’Italia
Il caso della carne infetta, avariata e addizionata con sostanze sospette esploso in Brasile rischia di essere il più grande scandalo alimentare verificatosi a livello globale. Lo Stato Sudamericano è il maggiore esportatore mondiale di carne bovina e di pollami. E tra le principali destinazioni l'Ue (Italia compresa) e gli Usa Fortunatamente, al momento non ci sarebbero vittime accertate, né infezioni diffuse. E anche per questo motivo la notizia sarebbe passata un po’ in sordina.
Stop delle importazioni dal Brasile
Tuttavia la preoccupazione delle autorità sanitarie è palese. Oggi, infatti, il ministero del Commercio cinese ha deciso il blocco dell'import di carne dal Brasile, confermando quanto già anticipato ieri dal ministero dell'Agricoltura carioca, Blairo Maggi, che ha annunciato di aver sospeso temporaneamente la licenza di esportare per le 21 fabbriche coinvolte. Pechino (per il quale il Brasile era il primo fornitore di carni), è solo l’ultimo governo, dopo Giappone, Canada, Messico, Svizzera e Hong Kong, ad annunciare il fermo totale o parziale dell’acquisto di carni dal Brasile.
L'Italia come risponde
Per adesso il Ministero dell’Agricoltura italiano non ha ancora rilasciato comunicati ufficiali. Si è mosso invece il Movimento 5 Stelle con la richiesta avanzata dai deputati grillini Mirko Busto e Matteo Mantero. “Il Governo blocchi immediatamente l’import di carne avariata dal Brasile” chiedono i parlamentari. “Lo scandalo, legato all'inchiesta ‘Carne fraca' che ha scoperto un giro di tangenti per ottenere falsi certificati, riguarda carne di bovino trattata con diverse sostanze chimiche, per evitare che ci si accorgesse dello stato pessimo di conservazione" scrivono Busto e Mantero. Secondo Coldiretti, la vicenda costituisce "un rischio per i cittadini europei sul quale occorre fare immediatamente chiarezza per non mettere a rischio la salute dei consumatori".
Come è stato generato lo scandalo ‘Carne fraca'
Lo scandalo ‘Carne fraca’ è stato innescato da un’inchiesta di più larghe proporzioni. E’ partito tutto da presunte maxi-mazzette pagate dai colossi brasiliani delle costruzioni a politici per l’assegnazione di appalti con le società controllate dallo stato (soprattutto con Petrobas). Le indagini hanno fatto emergere i nomi di molti personaggi (tra i quali alcuni ministri dell’attuale governo di Michel Temer) e hanno quindi toccato anche l’importante settore delle carni crude e/o confezionate. Risultato: quasi duecento perquisizioni, centinaia di rinvii a giudizio, 38 arresti, in gran parte ispettori sanitari, accusati di aver incassato tangenti per permettere la vendita di carni scadute, il cambio di etichetta, l’aggiunta di sostanze proibite.
