Bologna, arrestato dalla polizia: si suicida nella cella della Questura
Grave episodio nelle scorse ore negli uffici della questura di Bologna. Un uomo arrestato dagli agenti poco prima in un'abitazione del capoluogo emiliano, dove erano intervenuti per maltrattamenti in famiglia, si è tolto la vita nella stessa cella di sicurezza della Questura dove era stato rinchiuso in attesa di chiarire la sua posizione. L'episodio risale alla notte di venerdì quando l'uomo arrestato, un cittadino senegalese di 39 anni, avrebbe utilizzato la sua maglia per impiccarsi alla grata della cella.
Il 39enne era stato arrestato poco prima dopo che la compagna, intimorita dalla violenza dell'uomo, aveva chiamato la polizia. Secondo quanto riferito dalla donna, l'uomo, in evidente stato di ebbrezza, aveva rotto alcuni mobili per poi passare alle minacce fisiche contro di lei con un coltello da cucina davanti al loro bimbo piccolo. Portato in Questura, era stato disposto il suo fermo presso le celle di sicurezza in attesa del rito per direttissima, poi la terribile scoperta. Inutile per lui l'intervento del 118.
Sembra che a causa della presenza contemporanea di altri arrestati e fermati e il conseguente viavai nessuno si sia accorto del gesto di autolesionismo. "I locali da vigilare sono quattro e molto spesso i colleghi si trovano a fare servizio in due, c‘è un impianto di videoserveglianza, ma pare che il monitor si blocchi spesso" hanno denunciato dal sindacato di polizia Siulp che già in passato aveva segnalato il problema della carenza di personale a guardia delle camere di sicurezza
La pm incaricata del caso comunque ha deciso che non sarà fatta l’autopsia sul corpo dell'uomo. Secondo quanto si apprende, infatti, la Procura ritiene non ci siano dubbi sulla dinamica dei fatti, valutando come sufficiente l’esame fatto durante il sopralluogo da parte del medico legale che avrebbe confermato l’impiccagione come causa di morte.