Bersani attacca Renzi: “Il Pd non è un porto in cui può sbarcare chiunque”
"Sarà difficile portarci dove non vogliamo andare", così l'ex segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, attacca le recenti politiche all'interno del partito portate avanti dal suo successore, il Premier Matteo Renzi. "Voglio dare la sveglia al partito: questo non è un porto dove può sbarcare chiunque. E sono fiducioso che il mio segnale verrà accolto” ha spiegato infatti Bersani riferendosi ai recenti accordi in maggioranza coi Verdiniani usciti fuori da Forza Italia, ma anche alla questione tesseramenti. Nel corso del suo intervento ad un dibattito al ‘Centro Convegni Carte Geografiche’ a Roma, organizzato dall'associazione "Nuova Economia Nuova Società", Bersani ha espresso la sua preoccupazione sulla situazione del partito dopo i casi della Sicilia, dove c'è il sospetto di adesioni dei cuffariani durante il tesseramento.
"Ho voluto in modo brusco lanciare una sveglia perché il Pd non è un partito di potere buono per tutti gli usi", ha poi spiegato l'ex segretario Dem ricordando che nel Pd deve restare “la nostra storia, non quella degli altri" perché "se nel Pd entra gente che non c’entra nulla con la nostra storia, il Pd diventa un’altra cosa”. "Siamo in un clima nel quale il governo non ama molto la mediazione” ha proseguito poi Bersani riferendosi alle politiche adottate dall'Esecutivo che a suo dire di fatto sono in mano a “un attore solo”, che “schiaffeggia la mediazione del sindacato” e che scavalca “rappresentanti dei lavoratori per rivolgersi direttamente ai lavoratori”. “Così non si va avanti, non è questa la strada giusta. Ci vuole un progetto per il Paese altrimenti il Paese si disarticola, perde la dimensione nazionale" ha concluso Bersani.
