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Beppe Grillo sta con Tsipras: “In Grecia un referendum per la libertà”

Dopo aver manifestato dal palco di Ostia il suo apprezzamento per il leader greco, Grillo pubblica sul suo blog un “elogio” del referendum greco.
A cura di Redazione
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“Le condizioni dell’Eurogruppo sono inaccettabili, la mia responsabilità è quella di garantire un futuro al Paese e per questo credo sia giusto che siano i cittadini a decidere con un referendum”. La linea di Alexis Tsipras, dopo il fallimento dei negoziati con le istituzioni internazionali, è chiara: siano i greci a scegliere se accettare le condizioni imposte dalla Troika o se provare ad intraprendere un cammino diverso, consci anche della possibilità che si vada verso il default e l’uscita dall’euro. E su questo terreno il leader greco incassa il sostegno di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle: dopo le parole pronunciate sul palco di Ostia dal capo politico M5S, arriva anche l’endorsement dei gruppi parlamentari, attraverso un lungo post pubblicato sul blog.

“Dopo cinque mesi di estenuanti trattative con quel mostro moderno chiamato Troika (Commissione europea, BCE e FMI), il governo ellenico ha preso una decisione storica”, spiegano deputati e senatori grillini, aggiungendo la descrizione di una nazione affamata dall’austerità e dalle pretese delle istituzioni internazionali, che vogliono solo permettere alle banche straniere di recuperare i loro crediti. Tsipras invece ha “tenuto un comportamento fermo e dignitoso, aprendo nuove vie diplomatiche, ad esempio con i paesi Brics, e non cedendo ai soliti ricatti ai quali cede quotidianamente il nostro premier non eletto da nessuno”. E Renzi condivide anche la responsabilità di non aver dato una mano alla Grecia, anche perché il suo partito “con anni di governo, voti chiari e responsabilità precise ha contribuito al dramma umanitario in corso ad Atene”. E di fronte a questo attacco alla democrazia, il M5S è convinto che la risposta sia già in campo, ad Atene, in Spagna ed in Italia: “Molto presto l'Europa del Sud spezzerà definitivamente le catene dell'euro e dell'austerità, iniziando un nuovo percorso di alleanza sulla base della solidarietà e non dell'austerità”.

Ecco il post pubblicato sul blog:

"Dopo cinque mesi di estenuanti trattative con quel mostro moderno chiamato Troika (Commissione europea, BCE e FMI), il governo ellenico ha preso una decisione storica. Il 5 luglio, con un legittimo voto, sarà la popolazione greca a tornare a poter scrivere il suo destino. Una rivoluzione per il continente europeo. Syriza non ha voluto tradire il suo mandato elettorale. Come ha correttamente scritto fin dall'inizio l'economista francese Jacques Sapir, del resto, non c'è mai stata alternativa per Tsipras tra l'austerità senza fine imposta da un nuovo Memorandum o il ritorno alla propria sovranità fiscale e monetaria. Terze vie non sono mai esistite per il futuro della Grecia, perché euro ed austerità sono due facce della stessa medaglia. “Al ricatto dell’ultimatum che ci chiede di accettare una severa e degradante austerità senza fine e senza prospettive di ripresa economica, vi chiedo di rispondere in maniera sovrana e orgogliosa, come la nostra storia ci chiede”, ha dichiarato ieri Alexis Tsipras nel suo discorso alla nazione dando una chiara e legittima indicazione di voto. Il NO all'imposizione dei creditori è l'unica via di emancipazione dalle catene dell'euro e dell'austerità. Non ha altra scelta il popolo greco. Dopo tre anni di “salvataggio” da parte della Troika in Grecia non esiste più una sanità. Sta sparendo la classe media. La disoccupazione è al 25% e i salari sono perlopiù quelli a cui aspira il governo italiano con il suo JobsAct. Dai 300 ai 450 euro! L'aspettativa di vita è scesa di tre anni e sono aumentati i suicidi per ragioni economiche del 35% negli ultimi due anni. Il governo di Syriza ha tenuto un comportamento fermo e dignitoso, aprendo nuove vie diplomatiche, ad esempio con i paesi Brics, e non cedendo ai soliti ricatti ai quali cede quotidianamente il nostro premier non eletto da nessuno. Certo Tsipras avrebbe avuto bisogno di una sponda da parte dei governi dell'Europa del sud, ma Renzi, Rajoy, Hollande e Pedro Passos Coelho hanno semplicemente seguito gli interessi di chi li ha messi al potere e non quelli delle loro popolazioni.

Oggi partiti politici italiani, da destra a sinistra, responsabili del tradimento, della sudditanza nei confronti dell'UE fanno la corsa per dire: “siamo tutti greci”. Ridicoli e ipocriti! Questi partiti, con anni di governo, voti chiari e responsabilità precise hanno contribuito al dramma umanitario in corso ad Atene. Ancor più ridicoli sono coloro che hanno sempre sostenuto che lo strumento referendario non fosse uno strumento utile ma che ora esaltano la scelta di Alexis Tsipras. Nell'Europa del sud qualcosa di epocale sta accadendo ed è questa la speranza più grande. Come Syriza, che proprio per questa ragione ha potuto tenere diritta la schiena nelle negoziazioni con la Troika, esistono una serie di movimenti e partiti non delegittimati da anni di potere e di compromessi con le lobby corporativo-finanziarie. A novembre il popolo spagnolo potrebbe tornare padrone del proprio destino e questo accadrà molto presto anche in Italia con il premier che fa la conta dei deputati rimasti. Molto presto l'Europa del Sud spezzerà definitivamente le catene dell'euro e dell'austerità, iniziando un nuovo percorso di alleanza sulla base della solidarietà e non dell'austerità; sulla base dei diritti delle persone e non delle merci; sulla base della redistribuzione e non del profitto di banche e multinazionali. Libertà, sovranità, democrazia e dignità non sono negoziabili per un popolo. Mai".

M5s Commissione affari estero Camera e Senato

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