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Bangladesh: operai uccisi, i compagni per protesta incendiano la fabbrica

L’incendio in una fabbrica di abbigliamento alla periferia di Dacca è stato appiccato per protestare contro la polizia che avrebbe ucciso due operai durante una manifestazione. Gli operai chiedevano aumenti salariali.
A cura di Susanna Picone
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Un enorme incendio si è sviluppato alcuni giorni fa in una fabbrica tessile in Bangladesh. Si tratta di una fabbrica che lavora per famosi marchi occidentali e che si trova a circa 40 chilometri dalla capitale Dacca. L’incidente ha riacceso le polemiche sui livelli di sicurezza in uso nelle fabbriche locali (ricordiamo che lo scorso aprile circa 1100 persone sono rimaste uccise nel crollo di una fabbrica a Dacca) ma, a quanto pare, quello del 29 novembre è stato un incendio doloso. Sono stati gli stessi operai della fabbrica a distruggere l’edificio per protesta: il fuoco è stato appiccato dopo che si era diffusa la notizia della morte di due dei loro colleghi. A morire alcuni operai che sarebbero stati uccisi in una manifestazione durante la quale chiedevano un aumento della paga.

Due operai morti nella carica della polizia – Gli agenti hanno aperto il fuoco con proiettili di gomma ferendo alcuni di loro in modo grave e in seguito è emerso che due operai erano morti nella carica della polizia. Il successivo incendio nella fabbrica tessile non ha ucciso altre persone in quanto l’edificio era stato preventivamente sgomberato dai lavoratori. Le squadre di pompieri giunti sul posto sono riusciti a domare le fiamme solo dopo 12 ore: stando a quanto si apprende gli operai hanno sparso a terra numerosi capi di vestiario di conosciuti marche internazionali e poi li hanno incendiati. Il fuoco in poco tempo ha avvolto l’intera struttura e ha danneggiato anche altri due edifici adiacenti.

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