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Ast, violenze contro gli operai. Il governo incontra i sindacati

Non accennano a placarsi le polemiche per le violenze subite dagli operai delle acciaierie di Terni. Bersani: “Ci sono stati degli errori piuttosto seri. Ad esempio considerare un ferro vecchio il sindacato”.
A cura di Davide Falcioni
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AGGIORNAMENTO: Governo e sindacati si sono incontrati stamattina a Palazzo Chigi. Mentre la segretaria della CGIL Susanna Camusso ha invitato Renzi a telefonare al governo tedesco per fermare gli esuberi all'Ast di Terni, il Presidente del Consiglio è sembrato voler abbassare i toni dello scontro: "Non vogliamo fare a meno del sindacato nelle trattative sindacali", ha detto Matteo Renzi. "L'imperativo morale è portare a casa la vertenza Ast", ha aggiunto il premier, impegnandosi a "dare garanzie sul piano industriale di Terni. Vi chiedo un confronto serio, nel merito, su Terni". Per il primo ministro, poi, è necessario evitare strumentalizzazioni: "Parliamoci chiaro: io non consentirò di strumentalizzare Terni. Imperativo morale è chiudere la vicenda. Le discussioni politiche le lasciamo fuori da qui". Al termine della riunione Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha risposto a Susanna Camusso: "Nessuno ha mai mai detto di alzare i manganelli contro i lavoratori. Le dinamiche dell'accaduto verranno chiarite nel corso delle prossime ore. Stiamo verificando l'accaduto con la massima puntualità – ha aggiunto – e mettiamo a disposizione la nostra intenzione di superare questo episodio" Maurizio Landini invece ha chiarito: "Siamo pronti a sederci ad un tavolo se l'azienda confermerà un nuovo piano industriale purché l'azienda tolga dal tavolo il vecchio piano industriale". 

In questo quadro Sel sta presentando una mozione di sfiducia individuale nei confronti di Angelino Alfano: per la presentazione occorrono 63 firme e i deputati si stanno muovendo anche tra le fila del Movimento 5 Stelle.

Alfano: "Solidarietà a operai e poliziotti feriti"

Il Ministro dell'Interno Angelino Alfano ha espresso solidarietà sia ai poliziotti che agli operai dell'Ast feriti ieri a Roma. Parlando nel corso dell'audizione in Senato ha dichiarato: "Dall'insediamento di questo Governo si sono svolte 5.934 manifestazioni di rilievo e la stragrande maggioranza ha avuto un corso assolutamente tranquillo. Circa la metà (2.350) hanno avuto alla base problematiche sindacali e occupazionali. Se il Governo avesse voluto dare alla polizia linee di estrema durezza sui manifestanti avrebbe avuto migliaia di occasioni per farlo, Non l'ha mai fatto. Anzi, l'input dato è l'esatto opposto". Alfano ha chiarito che nessun manifestante è stato denunciato: "Dobbiamo evitare che questo difficile momento di crisi economica possa essere scintilla involontaria di conflitti e tensioni che rischierebbero di innescare pericolose derive".

Le violenze della polizia contro gli operai dell'Ast di Terni, che protestavano a Roma sotto l'ambasciata tedesca per il drastico piano di licenziamenti, ha innescato un vortice di polemiche: il bilancio alla fine della giornata di ieri parlava di 4 operai feriti e alcuni agenti leggermente contusi, ma inevitabilmente la discussione ha riguardato soprattutto il "cambio di passo" nella gestione dell'ordine pubblico: se finora gli scontri avevano interessato soprattutto realtà di movimento stavolta i manganelli non hanno risparmiato neppure gli operai, suscitando non poca indignazione nell'opinione pubblica. La bufera nella serata di ieri ha raggiunto anche la politica, con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha telefonato al ministro dell'Interno Angelino Alfano per chiedere che vengano accertate rapidamente le responsabilità. Il premier avrebbe anche contattato Maurizio Landini, il leader della Fiom raggiunto da una manganellata, a cui avrebbe chiesto di mantenere i toni bassi. Il segretario dei metalmeccanici, tuttavia, ha negato di aver parlato con il primo ministro e confermato di essere stato chiamato dal sottosegretario Delrio.

Ma Renzi non deve vedersela solo con le ire del sindacato e delle opposizioni: anche nel Partito Democratico sono molti ad aver espresso solidarietà ai lavoratori di Terni. Stefano Fassina ha dichiarato: "Grandissima preoccupazione e solidarietà ai lavoratori che difendono non solo il loro posto di lavoro, ma un pezzo della manifattura italiana: ora il governo riferisca in aula". Per il presidente del Pd, Matteo Orfini, e Gianni Cuperlo della sinistra del partito, "i lavoratori dell'Ast vanno ascoltati non caricati". Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, ha espresso "solidarietà agli operai". Durissimo il commento dell'ex segretario democratico Pierluigi Bersani che, parlando a Otto e Mezzo, ha affermato: "Chi fa gli applausi a Renzi non può accendere una miccia al giorno". Poi ha aggiunto: "Ci sono stati degli errori piuttosto seri. Ad esempio considerare un ferro vecchio il sindacato. Raffreddiamoci la testa, perchè la situazione è piuttosto problematica. Sono piuttosto preoccupato per l'aria che tira – ha concluso – ci si dia tutti una calmata". Infine ha lanciato un appello al Ministro dell'Interno: "Deve venire in Parlamento per spiegare come sono andate le cose".

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