Alluvione a Genova del 2011, chiesti sei anni per lʼex sindaco Vincenzi
Sei anni di reclusione. È la richiesta di condanna nei confronti dell'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi, sotto processo per l'alluvione del 4 novembre 2011 in cui morirono sei persone, travolte dall'esondazione del torrente nel quartiere di Marassi. Le accuse sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e falso. Chiesti anche 5 anni e 11 mesi per l'ex assessore Francesco Scidone; 4 anni, sette mesi e 15 giorni per i dirigenti Gianfranco Delponte e Pierpaolo Cha; 4 anni e 1 mese per Sandro Gambelli. Rispondono tutti delle stesse imputazioni della Vincenzi. La richiesta è stata formulata dal pm Luca Scorza Azzarà dopo la requisitoria finale. Alla sbarra anche Roberto Gabutti, accusato solo di calunnia.
Il 4 novembre del 2011 a causa dell'esondazione del Fereggiano a Genova persero la vita quattro donne e due bambine. La piena del torrente ingrossato da ore di pioggia, senza che nessuno avesse interrotto la strada accanto, nonostante le previsioni meteo disastrose, uccise Shiprese Djala, 29 anni, e le figlie Gioia, 8 anni, e Gianissa, 10 mesi; Serena Costa, 18 anni, Angela Chiaramonte, 40, ed Evelina Pietranera, 50. In aula oggi c’erano anche i parenti delle vittime, tra cui Flamur Djala, che nell'alluvione perse la moglie e le figlie.
Tre i punti principali sui quali si è basata l’accusa, come evidenzia il Secolo XIX: perché le scuole non furono chiuse, visto che cinque delle sei vittime si trovavano fuori di casa per andare a prendere un familiare al termine delle lezioni? Chi doveva prendere le decisioni cruciali nel momento in cui fu commesso l’errore fatale, ovvero il mancato stop alla circolazione in via Fereggiano? E infine: chi ha taroccato i verbali? Se il pm dovesse confermare la linea fin qui sostenuta potrebbe richiedere condanne molto elevate, ma è anche possibile che discrimini in modo più dettagliato fra le varie posizioni.