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300 curdi sequestrati dal fronte jihadista di al-Nusra

Cinque bus e un minubus fermati in un check-point in mano ai jihadisti. Intanto esecuzioni sommarie dell’Isis nel campo profughi di Yarmouk.
A cura di Redazione
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Miliziani del Fronte al–Nusra.
Miliziani del Fronte al–Nusra.

Sono almeno 300 i curdi siriani sequestrati ad Idlib, città nel nordovest della Siria. Autori del sequestro sono i miliziani del Fronte al-Nusra, legato al gruppo di al-Qaeda. Ad annunciarlo è stata l'emittente televisiva panaraba al-Mayadeen che ha riportato quanto dichiarato da Nawaf Khalil, portavoce del Partito curdo dell'Unione democratica. I curdi erano in viaggio verso Aleppo per ritirare i loro stipendi, quando sono incappati in un posto di blocco controllato dai miliziani di al-Nusra nei pressi di Afrine. Gli uomini viaggiavano su cinque bus e su un minibus.

Drammatiche, intanto, anche le condizioni vissute nel campo profughi di Yarmouk, alle porte di Damasco. I miliziani dell'Isis sono entrati nel campo il 1 aprile e da allora hanno preso il controllo di circa il 90% dell'area. Secondo attivisti della rete siriana per i diritti umani, i miliziani avrebbero già eseguito 13 condanne a morte contro uomini ospitati all'interno del campo. L'altra parte del campo, situata nella zona di nordest, è controllata da Aknaf Beit al-Maqdis, fazione opposta palestinese. I palestinesi ospitati nel campo, prima della rivoluzione contro Bashar al-Assad iniziata a marzo del 2011, erano 160.000. Oggi, stando ai dati dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono soltanto 18.000. Secondo quanto riportato da un comunicato degli attivisti siriani per i diritti umani, "i militanti dell'Isis hanno ucciso oppositori siriani nel campo di Yarmuk. Nel campo stanno continuando gli intensi bombardamenti del regime di Assad e gli attacchi dei militanti". Sul tema è intervenuta anche la Lega araba, preoccupata per la sorte dei 500.000 palestinesi su suolo siriano: "I rifugiati palestinesi non hanno nulla a che vedere con il conflitto in corso in Siria".

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