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Yara, si fa vivo l’autore del biglietto: “Mi chiamo Mario, sono stato io”

L’uomo che aveva scritto sul registro della chiesa dell’ospedale di Rho “l’assassino è passato di qui”, ha inviato una lettera di tre pagine al cappellano della stessa struttura. Poi ha telefonato in portineria. Si indaga ma è probabile che si tratti di un mitomane.
A cura di Biagio Chiariello
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Un quotidiano della Val Seriana, la zona originaria della madre del presunto assassino di Yara, scrive che quella donna che tutti cercano avrebbe partorito un figlio illegittimo nella struttura di Clusone, lo avrebbe lasciato lì per poi andare via e rifarsi una vita.

Nuovi sviluppi sul caso dell'omicidio di Yara Gambirasio. Un uomo, che dichiara di chiamarsi Mario, ha inviato una lettera al cappellano dell'ospedale di Rho (Milano), oltre a telefonare in portineria. Si tratterebbe, scrive L'Eco di Bergamo, della stessa persona che, nei giorni scorsi, aveva scritto sul registro della chiesa: "Vi prego, informate la polizia di Bergamo: qui è passato l'omicida di Yara Gambirasio. Che Dio mi perdoni!". L'uomo, stavolta, non è si è limitato a scrivere poche righe, ma ha spedito una lettera di tre pagine che don Antonio Citterio ha trovato sotto lo zerbino della porta di casa. "Sono stato io a scrivere il messaggio sul libro delle preghiere in chiesa", avrebbe ammesso nella missiva. A stretto giro, poi, ha anche telefonato alla portineria dello stesso ospedale. "Buongiorno, mi chiamo Mario, sono malato di cancro. Sono io l'autore del messaggio in chiesa su Yara. Volevo solo sapere se il cappellano ha ricevuto la mia lettera". E' bene dire che gli inquirenti mantengono un certo scetticismo sull'episodio. L'ipotesi che si tratti di un mitomane è concreta.

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