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“Questo è il più grande shock dei neo-genitori”: l’ostetrica spiega cos’è la sindrome della seconda notte

L’arrivo di un neonato spesso stravolge ogni equilibrio, ma è con la seconda notte che molti genitori vivono il primo vero shock: il bebè, improvvisamente diventa inconsolabile, gettando nel panico mamma e papà. A raccontare questo curioso – e intenso – fenomeno è stata un’ostetrica inglese, che su TikTok ha spiegato i segreti della cosiddetta “second night syndrome”.
A cura di Niccolò De Rosa
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L’arrivo di un neonato stravolge ritmi, priorità e abitudini, trascinando mamme e papà in un turbine di emozioni, attese e dubbi. Se però in sala parto tutto va per il verso giusto, nelle prime di vita del bebè, tra coccole e poppate, ai genitori potrebbe anche balenare in mente l'idea che dopotutto le cose potrebbero essere più facili del previsto. Poi però arriva la seconda notte, quella che nessuno ha raccontato davvero, e le certezze appena conquistate sembrano crollare.

A svelare questo momento delicato è Ellie, un’ostetrica e divulgatrice sui social, che su TikTok ha recentemente raccontato un fenomeno spesso sconosciuto, ma che rappresenta uno dei più grandi shock nella vita di un neo-genitore: quello della "sindrome della seconda notte".

La seconda notte: quando tutto cambia

Durante la prima notte post-nascita, molto spesso i bambini appaiono piuttosto tranquilli: dormono, mangiano e sembrano sereni, anche se sonnolenti. Un’apparente facilità che può facilmente ingannare i genitori, illusi che la strada sia già in discesa. Come spiegato da Ellie, però, il vero battesimo del fuoco arriva con la seconda notte, quando il bambino sembra improvvisamente diventare inconsolabile.

"Non importa quanto lo allatti o lo culli, semplicemente non si calma", racconta l’ostetrica. Questo comportamento prende il nome di second night syndrome, la "sindrome della seconda notte", un fenomeno normale e transitorio che però può risultare decisamente spiazzante per i neo-genitori alle prime armi.

Perché il bebè si scatena alla seconda notte?

Durante il parto, il neonato consuma molta energia e nelle prime ore di vita entra in una sorta di stato di recupero. "È come se andasse in riserva", spiega Ellie. Inoltre, il piccolo deve abituarsi alla respirazione autonoma e a un ambiente completamente nuovo. Per questo, nelle prime 24 ore tende a dormire profondamente. Ma già dalla seconda notte le cose cambiano: il bambino si sveglia più spesso, cerca il contatto e soprattutto inizia a richiedere il latte più frequentemente, in un fenomeno noto come cluster feeding. Non è un segnale di fame insoddisfatta, ma un comportamento fisiologico che serve a stimolare la produzione di latte materno.

@bumpandbond

Save this if you’re pregnant!🤰 Were you prepared for the second night?🫩 #midwife #ukmidwife #antenatalclass #pregnancy #baby #mum #babysleep #secondnightsyndrome

♬ original sound – Midwife Ellie

Cosa fare e cosa evitare

Ovviamente, la reazione più comune dei genitori di fronte a un cambiamento così repentino è il panico. L’ostetrica Ellie invita però alla massima calma: "È un istinto naturale, il vostro bambino sta facendo quello che deve fare". Il consiglio principale è quello di praticare il più possibile il contatto pelle a pelle, un metodo semplice ed efficace per calmare e regolare il neonato. Se l’allattamento al seno è stato scelto, è importante evitare l’introduzione precoce del latte artificiale, perché potrebbe interferire con la produzione di latte. “Nei primi giorni è fondamentale stabilire l’attacco e insegnare al bambino come nutrirsi”, spiega Ellie.

Per affrontare al meglio le prime notti, l’ostetrica suggerisce poi di raccogliere in anticipo un po’ di colostro, il primo latte ricco di nutrienti, e conservarlo in un contenitore adeguatamente sterilizzato. In questo modo un altro adulto può dare una mano durante i momenti di stanchezza estrema. Infine, fondamentale è la condivisione: alternarsi nella cura notturna del neonato aiuta a evitare l’esaurimento e rafforza il legame con il bambino. Perché, anche se non sempre viene detto, diventare genitori è un vero lavoro di squadra.

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