Come far prendere sonno al bambino: i 7 metodi da usare quando non si addormenta

Il momento della nanna può trasformarsi in una delle sfide più grandi per i genitori. Capita spesso che i bambini, anche quando sembrano molto stanchi, non riescano a prendere sonno facilmente o si sveglino più volte durante la notte. Le cause possono essere diverse e variare in base all’età. Nei primi mesi di vita, il sistema neurologico non è ancora maturo e il piccolo non ha sviluppato un ritmo sonno-veglia regolare. Crescendo, possono entrare in gioco ansie legate alla separazione dai genitori o cambiamenti nella routine quotidiana che destabilizzano l’equilibrio. Anche i fattori fisici hanno un ruolo: dentizione, coliche, reflusso gastroesofageo, naso chiuso o un semplice pannolino bagnato possono disturbare il riposo.
Non vanno poi dimenticati gli aspetti ambientali: una stanza troppo rumorosa, troppo calda o illuminata può rendere difficile addormentarsi. Infine, anche lo stress familiare o l’assenza di una routine costante incidono molto. Per affrontare la situazione è importante non solo comprendere le cause, ma anche adottare strategie pratiche e quotidiane che possano facilitare l’addormentamento.
Creare una routine serale rassicurante
Uno dei metodi più efficaci per favorire il sonno del bambino è stabilire una routine serale ben definita. I piccoli hanno bisogno di prevedibilità, pertanto sapere che, ogni sera, accadranno più o meno sempre le stesse cose nell’ordine stabilito li rassicura e li accompagna gradualmente verso il riposo. Un bagnetto caldo, la lettura di una fiaba, una ninna nanna o semplicemente un momento di coccole con i genitori diventano segnali chiari che annunciano la fine della giornata. È fondamentale che questi rituali siano sereni e rilassanti, evitando giochi troppo stimolanti o l'uso di dispositivi elettronici. Con il tempo, il bambino assocerà automaticamente quelle azioni al momento della nanna, e il passaggio al sonno sarà più naturale.

Evitare l'eccessiva stanchezza
Un errore comune è pensare che più un bambino sia stanco, più facilmente si addormenterà. In realtà, accade spesso il contrario: un piccolo troppo affaticato è irritabile, agitato e fatica a rilassarsi. Per questo è importante rispettare i suoi ritmi di veglia e sonno durante il giorno, programmando sonnellini adeguati all’età. Anche l'attività serale deve essere calibrata: giochi rumorosi, rincorse o stimoli intensi rischiano di caricare il bambino di energia proprio quando dovrebbe invece calmarsi.
Favorire il comfort
Molti bambini faticano ad addormentarsi perché hanno bisogno di sentirsi "contenuti", proprio come accadeva nel grembo materno. Tecniche semplici come l’avvolgimento con una copertina leggera, il cosiddetto swaddling, oppure il tenerli in braccio in posizione raccolta, trasmettono sicurezza e aiutano a ridurre l'agitazione. Questo tipo di contenimento non solo favorisce il rilassamento fisico, ma riduce anche il pianto, rendendo il passaggio alla fase del sonno più dolce. Naturalmente va fatto sempre in modo sicuro, rispettando le indicazioni pediatriche, e abbandonando progressivamente questa pratica quando il bambino diventa più grande e inizia a sviluppare il bisogno di autonomia.

Prima di mettere a letto il bambino, è poi bene assicurarsi che abbia tutto ciò che gli serve per dormire comodamente. Un pannolino bagnato, il pigiama troppo caldo o troppo leggero, un piccolo fastidio fisico come la fame o il naso chiuso possono rendere impossibile addormentarsi.
Creare un ambiente favorevole al sonno
L'ambiente in cui il bambino dorme ha un ruolo decisivo. La stanza dovrebbe essere silenziosa, con una temperatura tra i 18 e i 22 gradi (su Fanpage.it ne aveva già parlato la Dotts.ssa Luana Nosetti, responsabile del Centro disturbi respiratori del sonno e pneumologia pediatrica Ospedale F. Del Ponte, Varese) ben aerata e priva di luci troppo forti. Un lumino soffuso può aiutare, soprattutto se il piccolo ha paura del buio, ma è importante che sia tenue e non disturbi. È consigliabile ridurre al minimo i rumori, evitando televisione accesa o conversazioni animate nelle stanze vicine.
Dedicare tempo di qualità durante il giorno
Molti bambini hanno difficoltà ad addormentarsi perché non riescono a gestire la separazione dai genitori. Passare momenti di qualità insieme durante il giorno contribuisce a rafforzare il legame affettivo e riduce l’ansia notturna. Attività semplici come leggere un libro, giocare insieme o parlare guardandosi negli occhi danno al piccolo sicurezza e stabilità. In questo modo, quando arriva il momento della buonanotte, il bambino si sentirà rassicurato e sarà più disposto a lasciarsi andare al sonno senza opporre resistenza.

Offrire un oggetto transizionale
Molti bambini piccoli trovano conforto nell’avere accanto un oggetto rassicurante al momento di dormire. Una copertina, un doudou o persino un cuscino con un odore familiare possono diventare compagni preziosi della nanna. Questi oggetti transizionali aiutano a colmare il vuoto della separazione dai genitori, trasmettendo al piccolo un senso di continuità e protezione. È importante che l’oggetto sia sicuro, privo di parti staccabili e adatto all’età. Nel tempo, il bambino svilupperà un legame affettivo con questo "compagno" di sonno, che potrà accompagnarlo anche durante i risvegli notturni, favorendo il riaddormentamento autonomo.
Escludere eventuali disturbi fisici
Se, nonostante tutti gli accorgimenti, il bambino continua ad avere forti difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, è bene rivolgersi al pediatra. Alcuni disturbi fisici possono infatti interferire con il riposo: il reflusso gastroesofageo, dermatite atopica, apnee notturne, allergie o altri fastidi che richiedono una valutazione medica. Individuare e trattare la causa alla radice è essenziale, perché solo così le strategie educative e ambientali avranno reale efficacia. Non bisogna mai trascurare la possibilità che dietro l’insonnia infantile si nasconda un problema clinico da affrontare insieme a uno specialista.